La Svolta: “La destra reggina si vergogni e chieda scusa”
I consiglieri del gruppo comunale rispondono alle invettive dei movimenti di destra: “I protagonisti dello scioglimento per mafia oggi si permettono di commentare una presunta irregolarità amministrativa ancora tutta da accertare”.
“Fa davvero tremare le vene ai polsi la lettura delle considerazioni in libertà espresse dai protagonisti della famigerata stagione dello scioglimento per mafia del Comune di Reggio Calabria che si permettono di commentare gli esiti della sospensione del sindaco Falcomatà all’indomani dell’udienza che non ha ancora purtroppo ristabilito la verità sul caso Miramare”. Così in una nota i consiglieri del gruppo comunale La Svolta.
“Personaggi in cerca d’autore – prosegue la nota – sigle di movimenti riciclati, abbondantemente bocciati dalla storia, oltre che dal dato elettorale, che improvvisamente si gonfiano nel vano tentativo di riabilitarsi agli occhi dell’opinione pubblica ed assurgendo alla qualità di moralizzatori con il patetico, quanto pericoloso, obiettivo di accomunare una presunta irregolarità di carattere amministrativo, come la delibera sul Miramare, che ricordiamo non ha prodotto alcun effetto poiché mai applicata, con uno dei periodi più bui mai vissuto dalla nostra città. Su tutti sarebbe opportuno ricordare oltre lo scioglimento del Comune per contiguità mafiosa, anche il finto attentato dinamitardo a Palazzo San Giorgio, altri gravissimi fatti di cronaca che hanno caratterizzato quel periodo e le circostanze ancora nebulose che riguardano l’enorme buco di bilancio che ancora i reggini stanno pagando”.
“A questi signori – concludono i Consiglieri – che oggi si permettono di commentare allegramente una circostanza ancora da accertare giudizialmente, ma che non ha prodotto alcun danno nei confronti della comunità, in quanto mai realizzatasi, chiediamo di non guardare la pagliuzza nell’occhio del vicino nel tentativo di nascondere l’enorme trave che trafigge il proprio. Una trave che nell’ultimo decennio ha spazzato via con buona ragione l’intera classe dirigente della destra cittadina, incapace di voltare pagina rispetto a quel passato a tinte fosche e soprattutto di vergognarsi e chiedere scusa per gli enormi danni prodotti alla collettività con la propria nefasta gestione amministrativa”.
Italia Viva: “Pieno sostegno a Falcomatà, non arretreremo di un passo”
Il gruppo consiliare esprime fiducia al sindaco e agli altri amministratori sospesi e rilancia sulla necessità di riformare le norme sull’abuso d’ufficio e la Legge Severino.
«Piena fiducia e forte sostegno al sindaco Giuseppe Falcomatà ed alla sua prima squadra di governo, eletti democraticamente e sospesi giudiziariamente». E’ quanto afferma il gruppo consiliare di Italia viva. «Una pronuncia – affermano – su un reato che, da ogni parte, si vuole abrogare ed ancor più abnorme per gli effetti che comporta sulla comunità cittadina, a causa di una legge iniqua e profondamente sbagliata qual è la Severino».
«Nata per assecondare gli istinti forcaioli della piazza ed oggi contestata persino da quanti, all’epoca, gonfiavano col vento dell’antipolitica le vele della propria proposta politica – continuano i consiglieri di Idv – la norma che porta il nome dell’ex Guardasigilli del governo Monti si conferma un chiaro ed evidente colpo al principio della presunzione di non colpevolezza, oltre che un torto profondo alla volontà popolare».
«Di fronte a processi di questo tipo – aggiungono – bisogna avere un approccio laico, mettendo da parte istinti reconditi e casacche di politiche. La democrazia è oppure non è. Non possono esistere né sfumature né vie di mezzo. Non arretreremo di un passo rispetto alla convinzione che ci spinge a credere nella buona fede e nell’onestà di una classe dirigente che ha assunto l’onore, la forza ed il coraggio di ricostruire da zero un Ente derelitto, al verde e inabissato nelle paludi delle infiltrazioni mafiose».
«La questione va affrontata con coscienza, serietà e rispetto per tutti», proseguono dai banchi di Idv affermando: «Serve alzare il livello del dibattito. Assistere, adesso, all’avanzata dei “purissimi”, di quelli che pensano basti un passaggio in lavanderia per togliere anche lo sporco più ostinato od ai sermoni in carta patinata, non aggiunge nulla alla soluzione di un problema che indebolisce, seriamente, l’azione della pubblica amministrazione ed avalla la sindrome da “paura della firma”».
«Se la città, ma più in generale il Paese – concludono – vuole fare uno scatto in avanti, deve necessariamente porsi la questione, al netto degli odi e delle convenienze di partito. Per questo, mai come ora, bisogna stringersi intorno al sindaco Giuseppe Falcomatà ed a quanti sono stati raggiunti dalla condanna, sposando appieno quella che è un’autentica battaglia di civiltà e giustizia».
Democratici e Progressisti: “Intervenire sul vulnus di abuso d’ufficio e legge Severino. Vicinanza al sindaco Falcomatà”
«Solidarietà e vicinanza al sindaco Giuseppe Falcomatà e a tutti gli amministratori ingiustamente condannati». Lo scrivono, in una nota stampa, i Democratici e progressisti dell’area metropolitana di Reggio Calabria che chiedono al Governo, conseguentemente a quanto anticipato dal Ministro Nordio, di «intervenire immediatamente per eliminare il vulnus dell’abuso d’ufficio e della legge Severino». «Diversamente – sostengono – le amministrazioni rischiano lo stallo completo, così come le sfide di spesa e rinnovamento verrebbero inesorabilmente accantonate».
Riguardo alla condanna in Corte d’appello inflitta a Falcomatà ed alla sua prima giunta, affermano: «Vengono puniti perché, con una deliberazione che non ha sortito alcun effetto, si erano proposti di concedere ad una Onlus, per appena tre mesi, due stanze di un immobile che risultava abbandonato da oltre dieci anni, per realizzare delle mostre d’arte ed attività culturali. Non era, dunque, previsto vantaggio o danno ingiusto per alcuno. Gli effetti di questa sentenza sono davvero incredibili e spropositati».
«La pronuncia – aggiungono – riafferma, invece, tutti i limiti dell’abuso d’ufficio, la sua indeterminatezza e la mancanza di precisione nel definire le condotte punibili. La discrezionalità data ai giudici diventa, dunque, eccessiva e un simile reato può essere agitato come una clava per perseguire l’azione amministrativa. Ogni atto, infatti, implica un’assunzione di responsabilità che, di fronte alla vaghezza della norma, porta amministratori e dirigenti a stare con le mani legate dietro la schiena. Se non si interviene rapidamente, quindi, i sindaci e gli amministratori si troveranno ancor più in difficoltà, giusto per fare un esempio, davanti alla velocità delle scelte che impongono le nuove norme sul Pnrr».
Un appunto, poi, i Democratici e progressisti dell’area metropolitana lo riservano alla Legge Severino: «Va indubbiamente riformata. E’ eccessivamente repressiva anche rispetto a banali questioni di tipo amministrativo e non tiene in conto il sacrosanto principio della presunzione di non colpevolezza. Tutto ciò è inverosimile e riguarda tutti. La politica non può certo fare spallucce se di mezzo c’è l’equilibrio democratico e costituzionale».