“Da più tempo, in condivisione con altri amici sparsi tra la Sibaritide ed il Crotonese, stiamo riflettendo sul tema dei distretti turistici. Istituti, quest’ultimi, che avranno l’ambizione di rappresentare il superamento dei sistemi turistici locali (ancorati alle micro realtà sparse nei singoli territori provinciali), con l’intento di creare una destinazione tematico-territoriale delle meraviglie italiane.
Considerazioni — le nostre — dettate dal desiderio di fornire uno spunto alla regione Calabria per superare il vigente PRSTS (Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile) 2019/21. Con l’auspicio che si possa redigere una nuova legge regionale sul turismo, attesa da diversi anni. Osservazioni — dicevamo — che giungono alla fine di un ragionamento più ampio ed articolato. Procedimenti argomentativi — ribadiamo — esplicati nei precedenti interventi in cui abbiamo affrontato le tematiche delle Città balneari, della rete dei porti turistici e delle imponenti presenze archeologiche sparse lungo la linea di costa dell’Arco Jonico
Un esame scrupoloso che ci ha portato a meditare sulla non differibile necessità di amalgamare — quanto riferito nelle note su riportate — nel comune denominatore rappresentato dalla creazione di un distretto turistico integrato dell’Arco Jonico. Ed avremmo pensato anche ad una definizione claim, con echi e riverberi di marketing territoriale: Sybaris e Kroton, destinazione Magna Graecia.
Per addivenire ad un’operazione di siffatta portata, sarebbe necessario partire dall’idea che un distretto turistico, per essere tale, dovrebbe avere una valenza territoriale importante e, contestualmente, abbracciare tematiche affini.
In considerazione di quanto illustrato, riteniamo sia imprescindibile esulare da una serie di capisaldi che di seguito elenchiamo:
A) Presupposti: “Presenza di elementi di attrazione turistica, culturale, ambientale e paesaggistica che caratterizzano il territorio e il distretto turistico”.
B) Requisiti dimensionali e di governance: “Un numero importante di Comuni aderenti, con l’identificazione di Comuni capofila. Ambiti demografici compresi nel range di 350/450mila ab. Non meno di 50mila posti letto dedicati all’ospitalità turistica. Un’offerta dignitosa di proposte commerciali e, almeno, il 50% della compagine sociale a titolarità privata”.
C) Obiettivi: “Migliorare l’offerta turistica complessiva, la fruibilità, l’accessibilità alle attrazioni, quindi i volumi dei pernottamenti e della spesa turistica”.
D) Forma: “Suggellare il connubio tematico territoriale”.
E) Redazione di un PSTS (Piano di sviluppo turistico sostenibile): “L’attuazione del piano non potrà avere una durata inferiore a 5 anni e dovrà essere corredato da un prospetto finanziario con ricognizione delle risorse, turisticamente, rilevanti nel dettaglio”.
F) Verifica degli obiettivi: “I distretti che non raggiungeranno i traguardi preposti nel piano di sviluppo turistico, andranno incontro alla revoca del concesso riconoscimento”.
Quanto descritto, la base da cui partire per coinvolgere il pubblico, gli enti locali e il privato, gli operatori commerciali e imprenditoriali. E, per fare in modo che il turismo da semplice parola divenga un volano di sviluppo economico. Certamente, sarebbe necessaria una strategia regionale che agisca su più livelli. Una visione che non sia prevalente o, peggio, confliggente con la percezione di sistema dei territori.
Quanto proponiamo è un approccio innovativo ai temi dello sviluppo turistico finalizzato a recepire i dettami indicati dall’Unione europea. Quindi, l’istituzione dell’Agenzia regionale della Calabria per il marketing turistico e territoriale. Con lo specifico obiettivo di promuovere lo sviluppo economico ed occupazionale del territorio regionale, attraverso la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico e dei distretti turistici.
A fianco detta proposta, auspichiamo la massima attenzione e condivisione del Piano strategico nazionale di sviluppo del turismo 2023/27 con l’istituzione di un PTO (prodotto turistico omogeneo). Un aggregato, quest’ultimo, di Comuni associati mediante convenzione ed espressione della destinazione e dell’offerta integrata. Così come, dall’insieme di attività e funzioni pubbliche e di quelle imprese private in materia di sistema turistico regionale. Un ecosistema, invero, nel quale contenere elementi funzionali all’offerta turistica con l’indicazione dei servizi proposti dal sistema pubblico e da quello privato. Ancora, le destinazioni coinvolte, gli elementi chiave della strategia di marketing, ed una struttura di gestione che indichi l’organizzazione del prodotto stesso ed una modalità di controllo del rispetto dei requisiti dell’offerta.
Una rinnovato orizzonte della cultura e del turismo per la gestione integrata dell’informazione, della promozione e dell’eventuale commercializzazione di un pacchetto che soddisfi qualunque “appetito”. L’implementazione e il rafforzamento di itinerari culturali e paesaggistici di particolare rilievo; quali strade storiche, percorsi tematici o devozionali, feste religiose e patronali.
Ecco, la nostra idea di distretto turistico territoriale dell’Arco Jonico non potrà prescindere da una rete di Città balneari. Ancora, da una sinergia dei porti turistici esistenti e da incrementare. Quindi, da un percorso tematico delle aree archeologiche di Sybaris e Kroton e delle rilevanti presenze bizantine, sveve e normanne. Dunque, da un sodalizio dei Borghi e dalla valorizzazione dei percorsi storici fruibili per la loro raggiungibilità. Tutto ciò potrà essere favorito attraverso la creazione di parchi fluviali lungo gli alvei dei principali corsi d’acqua che dagli altopiani della Sila, del Marchesato e del Pollino raggiungono le acque dello Jonio. Senza dimenticare l’esaltazione paesaggistica dell’area marina protetta di Capo Rizzuto e della secca di Amendolara. Ancora, con la promozione dei percorsi enogastronomici del Lacinio, dell’alto Marchesato, della Contea del vino e della Piana sibarita. Completerebbe il tutto, anche in funzione della recente legge sui “Cammini” approvata in Regione, un percorso fatto da turismo lento ed intermodalità dolce: sentieri religiosi, ciclovie, innovazione smart per comunicare le destinazioni turistiche.
Si tratterebbe, in definitiva, di pensare ad uno strumento strategico per il rilancio sistemico del territorio sibarita e crotoniate, che ponga le condizioni per una relazione più efficiente tra soggetti pubblici e privati. Rilanciando, quindi, nuovi modelli di sviluppo delle politiche inclusive e di coesione, comprendenti ambiti territoriali integrati e ad interessi comuni. Superando, ordunque, i semplicistici e stucchevoli steccati amministrativi di natura provinciale.
Un distretto che abbia il riconoscimento da parte della regione Calabria e del Ministero del turismo, per promuoverne gli aspetti e le linee d’indirizzo nel coordinamento regionale e nazionale. Un nuovo asset istituzionale che sia di giovamento non solo al contesto jonico, ma che rilanci l’intero sistema Regione. E che, soprattutto, si apra ai dirimpettai contesti lucani e pugliesi con cui si condivide lo specchio d’acqua del golfo di Taranto.
Un nuovo aspetto, pertanto, di politica economica dalla straordinaria rilevanza non solo per il comparto turistico, ma per tutti gli scampoli dell’economia locale di un intero territorio. Contesto — quello della Piana di Sibari e del Crotonese — che da tanti, troppi anni aspetta e chiede di non essere sottovalutato e sottostimato. Al contrario, che freme per offrire il proprio contributo. Senza vizi pregiudizievoli e nel rispetto degli altri ambiti calabresi ed in generale del Mezzogiorno d’Italia”. Lo affermano in una nota Giovanni Lentini e Domenico Mazza del Comitato Magna Graecia.