Il Consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Mazzuca e riunitosi in seduta aperta nella sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, per discutere della crisi idrica e della gestione del servizio idrico, ha approvato, al termine del dibattito, un documento bipartisan nel quale sono state condensate le richieste di maggioranza e opposizione che ciascuna per la propria parte, nel corso dell’assemblea, avevano presentato alla presidenza in due diverse mozioni. Dopo una breve sospensione dei lavori, accordata dal Presidente Mazzuca, la mozione definitiva è stata approvata all’unanimità. Nel documento bipartisan si fa richiesta, tra l’altro, al Sindaco Franz Caruso di insediare un tavolo permanente di crisi e monitoraggio idrico.
Al primo cittadino è stato nel dettaglio richiesto, inoltre:
– di chiedere conto alla Regione Calabria di quale sia stato l’esito degli investimenti, di alcune decine di milioni di euro, disposti dalla amministrazione per l’ingegnerizzazione e l’efficientamento della rete idrica della città capoluogo e di tutti i Comuni serviti dall’acquedotto Abatemarco. Si chiede pertanto che al Comune di Cosenza vengano consegnati gli atti di collaudo delle suddette opere realizzate;
– di trasmettere una diffida formale a Sorical S.p.A. e chiedere, attraverso ARRICAL,un Piano di Risanamento e Ammodernamento Straordinario delle condotte adduttrici che servono Cosenza, specificando i tratti da sostituire e il cronoprogramma per la riduzione delle perdite entro i parametri stabiliti da ARERA;
– di assumere ogni iniziativa utile affinché venga esercitato da ARRICAL il massimo potere di controllo ispettivo, a partire dalla istituzione del Controllo Analogo e richiedendo una Relazione Tecnica asseverata sullo stato delle opere idrauliche dalle sorgenti ai serbatoi di consegna al Comune di Cosenza gestite da Sorical e verificando la corretta taratura e manutenzione di tutti gli organi di regolazione e misura esistenti;
– di avviare immediatamente le procedure e stanziare le risorse necessarie (anche utilizzando fondi PNRR/ Regionali) per l’installazione di misuratori di portata e pressione telecontrollati sui Punti di Consegna (PDT) strategici (serbatoi comunali). Tali strumenti – secondo quanto scritto nel documento approvato dal Consiglio comunale – dovranno garantire al Comune di Cosenza l’accesso ai dati istantaneo e in tempo reale (tramite interfaccia webbased o SCADA), rendendo oggettiva l’analisi delle forniture, anche attraverso gli storici di erogazione delle portate;
– di richiedere una rendicontazione analitica e certificata sui fondi PNRR (in particolare M2C4.I4.2) e Regionali assegnati, chiedendo di conoscere lo stato di avanzamento delle gare, la cantierabilità e la metodologia di ingegnerizzazione delle reti (distrettualizzazione, installazione PRV) adottata per il bacino di Cosenza, con l’indicazione dei reali risultati attesi in termini di recupero di volumi idrici;
– di insediare un Tavolo di Crisi e Monitoraggio Idrico permanente che si avvalga di personale tecnico comunale qualificato per l’analisi dei dati di teleconturazione, la verifica delle relazioni di Sorical e la consultazione mensile con le associazioni di consumatori, al fine di garantire un controllo costante e informato;
– di proporre ad ARRICAL di attivare immediatamente ogni iniziativa necessaria perché venga applicata la normativa regionale attualmente in vigore per la realizzazione ed il completamento del ciclo idrico integrato anche al fine di trasferire la gestione della rete comunale al soggetto gestore regionale (SORICAL spa) come è già avvenuto per il Comune di Rende.
Nel documento congiunto approvato all’unanimità dal Consiglio comunale vengono proposte al Sindaco alcune soluzioni da attuare in tempi brevi:
1) la mappatura della rete idrica di distribuzione;
2) il completamento del progetto di ingegnerizzazione della rete, completando gli interventi individuati dal progetto pilota della regione Calabria;
3) l’introduzione di un nuovo regolamento idrico;
4) sulla base del censimento già effettuato, operare un puntuale controllo delle utenze, in particolare quelle condominiali (cosìddette “grandi utenze”), e degli eventuali allacci abusivi, imponendo, laddove necessario, l’adozione di accorgimenti impiantistici maggiormente rispettosi delle norme in vigore;
5) l’adeguamento degli impianti privati in virtù del rapporto persone/litri che individui i criteri di razionalizzazione delle distribuzioni idriche cittadine;
6) definire la procedura di allaccio per i fabbricati, ove sia espressamente prevista la responsabilità per chi realizza l’impianto nonché il deposito dei particolari di progetto;
7) attivare i sensori di pressione e portata già esistenti;
8) attivare le operazioni per rendere funzionale il telecontrollo idrico;
9) realizzare gli anelli di distruzione per il centro città e per le zone basse e periferiche;
10) effettuare in contraddittorio la lettura dei contatori certificati.
Nella premessa il documento ha messo in evidenza le gravi criticità, ormai divenute strutturali, del servizio idrico della città di Cosenza e della sua area urbana ed il perdurare della crisi del servizio, nonostante gli interventi di tipo emergenziale cui si è provveduto nel tempo. “La dimensione della crisi è tale – viene ricordato nel documento bipartisan – da manifestarsi quasi quotidianamente attraverso episodi che ripetutamente impongono la riduzione della portata o addirittura la sospensione della erogazione della acqua, con grave nocumento alle attività economiche e sociali e con gravi disagi nell’ uso domestico”. Ricordati, inoltre, i gravi disservizi che la carenza di investimenti strutturali e l’inefficienza gestionale hanno determinato nel tempo, con turnazioni idriche sempre più frequenti anche nei centri urbani e nelle aree che ospitano infrastrutture strategiche quali ospedali, scuole e strutture penitenziarie. Il documento pone, inoltre, l’accento anche sul fatto che, nonostante le ingenti risorse del PNRR e dei Fondi di Coesione, non è stato ancora avviato un piano di interventi organico e tempestivo per la riduzione delle perdite e il miglioramento del servizio idrico. Maggioranza e minoranza di Palazzo dei Bruzi hanno anche fatto rilevare che “i disservizi subiti dai cittadini di Cosenza (interruzioni, cali di pressione) sono spesso causati da due problemi interconnessi: l’obsolescenza strutturale delle condotte adduttrici regionali e la gestione idraulica inadeguata”, così come è stato evidenziato che “gran parte delle condotte adduttrici e delle relative camere di manovra gestite da Sorical sono vetuste (risalenti agli anni ’50-’70), con materiali datati e un elevato tasso di rotture, perdite e scarsa precisione nella regolazione dei flussi”. Una situazione che determina un tasso di Perdite Idriche Reali (PIR) sulla rete di adduzione gestite da Sorical tra i più alti d’Europa, con un impatto negativo diretto sulla risorsa disponibile. Inoltre, la mancanza di un sistema di misurazione e telecontrollo avanzato sui Punti di Consegna (PDT) tra Sorical e il Comune di Cosenza impedisce all’Amministrazione comunale di disporre di dati di portata e livelli nei serbatoi in tempo reale, rendendo inefficace la pianificazione della distribuzione e la tempestiva contestazione delle inadempienze.
Lungo e molto articolato il dibattito sviluppatosi prima dell’approvazione del documento nel corso dei lavori del Consiglio che si era aperto con l’intervento del capogrupo del PD Francesco Alimena, primo firmatario della mozione presentata dalla maggioranza e che aveva sottolineato l’ineludibilità della questione idrica per i cittadini di Cosenza. Una questione che il consigliere di minoranza Giuseppe d’Ippolito, nel preannunciare il deposito alla presidenza di una risoluzione anche da parte dell’opposizione, ha definito articolata e complessa e meritevole di approfondimento allo scopo di chiarire alla città lo stato dell’arte, ma anche di soffermarsi sulle prospettive di fornire alla città un servizio uguale per tutti.
Il dibattito ha fatto registrare gli interventi del direttore generale di Sorical, ing. Giovanni Paolo Marati, dell’ing.Giovanni Ioele del Dipartimento Territorio e Tutela dell’ambiente della Regione Calabria e dell’Architetto Fabio Alberto Foti, dirigente dell’Area Servizio Idrico integrato di Arrical.
Al termine della discussione, è intervenuto il Sindaco Franz Caruso che ha ringraziato preliminarmente il Presidente del Consiglio, Giuseppe Mazzuca, per aver accolto la richiesta di convocazione del civico consesso sulla crisi idrica cittadina. “Se c’è una valutazione da fare – ha affermato Franz Caruso – e una conoscenza da acquisire, questa riguarda il fatto che le responsabilità di questa crisi idrica non sono e non possono essere attribuite ai Comuni, né tantomeno al sottoscritto”. Franz Caruso ha poi ringraziato i tecnici e i rappresentanti di Regione Calabria, Arrical e Sorical per le delucidazioni fornite e per la disponibilità a individuare soluzioni al problema. “Questo Consiglio comunale è servito – ha aggiunto – proprio per ribadire che le responsabilità non sono da addebitare ai Comuni né, in particolare, ai Sindaci. Io sono stanco di essere continuamente aggredito dai cittadini per responsabilità che non appartengono né al Comune né al Sindaco”. Franz Caruso ha apprezzato anche il comportamento della minoranza, evidenziando, inoltre che “va riconosciuto, parimenti che questa amministrazione e questo Sindaco non hanno attribuito colpe alle passate amministrazioni, perché i Comuni, su questa materia, hanno responsabilità minime, se non nulle. È stato, infatti ricordato – ha aggiunto Franz Caruso – che il problema è atavico, risalendo addirittura agli anni ’80, quando Sindaco era Pino Gentile. Dunque si tratta di una crisi che la città di Cosenza, come molti Comuni del territorio, soffre da decenni”. Il Sindaco ha chiarito poi che il problema non è addebitabile né alle amministrazioni locali, né alla governance attuale di Sorical né ad Arrical, costituitasi da poco. “Ricordo- ha detto ancora Franz Caruso – che la partecipazione ad Arrical non è stata una scelta autonoma dei Comuni, ma risponde alla Legge Galli sul servizio idrico integrato. Nel 2022 la Regione Calabria ha approvato la legge istitutiva di Arrical, e dopo vari confronti i Comuni vi hanno aderito. Non c’è libertà di scelta: per legge ne facciamo parte. Come Comuni stiamo ora lavorando per fornire indicazioni e definire un cronoprogramma. Finora ci siamo occupati di tariffazione, statuto e modifiche statutarie, ma non abbiamo ancora affrontato la politica generale del servizio idrico integrato. Ed è su questo che dobbiamo lavorare insieme”. Riguardo al Piano di rientro con Sorical, Franz Caruso ha sottolineato che i debiti accumulati negli anni sono stati onorati: “questa amministrazione – ha detto – è abituata a pagare i debiti, anche quelli non propri, e stiamo pagando anche quello con Sorical”. Il Sindaco ha richiamato, quindi, la necessità di affrontare la crisi idrica in modo unitario. “Come delegazione di sindaci abbiamo rappresentato le difficoltà dei 24 Comuni che oggi sono in sofferenza. I dati forniti da Sorical non corrispondono a quelli in nostro possesso. Per quanto ci riguarda, la carenza idrica deriva da una riduzione della fornitura arrivata fino al 35–40%. Siamo in sofferenza e si deve intervenire. Il vero problema – ha ribadito il primo cittadino di Cosenza – è la mancanza di investimenti. L’ingegnerizzazione di una piccola parte del nostro Comune per 8,5 milioni di euro, e altri 6 milioni per altre opere, non basta. È utile, ma non sufficiente per garantire il servizio che i cittadini meritano. Occorrono investimenti. L’acqua in Calabria c’è, e anche se non ci fosse, si dovrebbe comunque trovare una soluzione. Ma questo è possibile solo con investimenti. E gli investimenti Sorical può farli se riesce a mantenersi con le entrate garantite dai tributi pagati dai cittadini. E’ chiaro che i cittadini devono abituarsi a pagare i servizi ed anche l’acqua”. Il Sindaco ha poi ricordato che al momento del suo insediamento il livello di contribuzione tributaria era fermo al 21%: “Non ci si può sorprendere, quindi, se il Comune va in dissesto. Se i tributi non vengono pagati, è impossibile garantire i servizi. Oggi, con una gestione finanziaria più attenta, siamo quasi al 50% di entrate e con una riduzione delle spese superiore alle previsioni. In passato – ha proseguito Franz Caruso – le amministrazioni avevano difficoltà a pagare Sorical perché i cittadini non pagavano. Per questo non si può creare un rimpallo di responsabilità tra passato e presente.”. Quindi il Sindaco ha ricordato che “il problema è anche legato al trasferimento del servizio idrico alla Regione e a Sorical, un tema che, come quello dei trasporti o della sanità, non dipende dai Comuni ma ricade comunque sul Sindaco agli occhi dei cittadini. Facciamo, una volta per tutte, chiarezza: io non ho responsabilità su queste materie, perché troppo spesso si tratta di materie che non riguardano la competenza del comune, ma che vengono addossate al sindaco.”. Franz Caruso ha respinto, inoltre, l’accusa che la crisi idrica derivi dalle perdite di rete: “Le perdite ci sono, non lo neghiamo, ma interveniamo e ripariamo immediatamente. La mancanza d’acqua è un problema di fornitura, non un problema di gestione comunale e non può essere addebitabile ai 3 operai del Comune che si sono sostituite a quelle società che, a 40 mila euro all’anno, manovravano la distribuzione. I nostri solerti operai si adoperano in tutti i modi per dare l’acqua alla città in modo equo”. Il Sindaco ha, infine, chiamato alla responsabilità Sorical: “Si erano impegnati a sostenere i nostri tecnici per ripristinare sistemi di distribuzione dell’acqua che nel 2017 avevano dato risultati positivi. Non si sono mai visti. Prendiamo un appuntamento, ci sarò anch’io: sono esasperato. Se voi potete darci una mano, venite. Vogliamo collaborare e risolvere il problema dell’acqua a Cosenza. I cosentini hanno diritto di averla sempre”. Franz Caruso ha concluso il suo intervento sottolineando l’urgenza di soluzioni concrete: “Non possiamo limitarci a dire le cose e poi non farle. Se ci assumiamo l’impegno di creare le condizioni per una rete idrica efficiente e una fornitura continua e costante, lo dobbiamo rispettare. Mi sento preso in giro e questo non lo permetto a nessuno, così come non permetto a nessuno di prendere in giro i miei cittadini. Dobbiamo lavorare per evitare l’intermittenza del servizio. Bisogna che gli investimenti si facciano e si facciano con serietà. Non come accadde con la Diga dell’Esaro che venne realizzata e poi abbandonata. E’ la mala gestio della cosa pubblica che ha sperperato le risorse”.
Non ha fatto mancare il suo contributo alla discussione l’Assessore Francesco De Cicco che era intervenuto prima dell’intervento del Sindaco. “Ho ascoltato pazientemente tutti voi – ha detto De Cicco. Devo dirvi, però, che al di là dei dati che ho ascoltato, io mi fido solo di me stesso e di quello che vedo davanti ai miei occhi durante il giorno. Quello che conta sono i fatti e non tutte queste belle parole. I numeri parlano chiaro. Voi – ha sottolineato riferendosi ai tecnici presenti – parlate di 580 litri pro capite, io parlo di numeri veri. Quando affermate che l’acquedotto di Cosenza è un colabrodo, voglio credervi, però l’acqua esce dall’Abatemarco, allora anche l’Abatemarco è un colabrodo? Ha dei problemi, voi avete investito? Fate la manutenzione straordinaria? Io non sono convinto che tutte queste cose vengono garantite perché alla fine la siccità c’è, è inutile nascondersi, ma la colpa non è né vostra, né dei cittadini e né nostra. La colpa è della politica degli ultimi 30 anni che, per quanto mi riguarda, ha fallito sul servizio idrico. E’ un fallimento che viene dal passato”. De Cicco non ha usato giri di parole affermando che “la città di Cosenza è in ginocchio. Non c’è bisogno di studiare certe situazioni, ma si devono vivere, ascoltando i cittadini”. Poi anche l’assessore De Cicco ha fornito alcuni dati: “al Merone – ha detto – arrivano ad oggi circa 150 litri, rispetto alla fornitura di maggio-giugno che era sui 240. Stiamo parlando di quasi 100 litri in meno. A Mussano dove la fornitura si attestava sui 110/ 105, mentre ora siamo arrivati a 70 litri scarsi. A Timpone degli ulivi arrivano 21 litri, contro i 27 litri che si volevano far credere”. Quindi l’assessore De Cicco ha indicato altri quartieri della città “in ginocchio a causa della crisi idrica: i quartieri Massa, Paparelle, Colle Triglio, Piscopani, Gergeri e Serra dove l’acqua arriva alle 8 di mattina e a mezzogiorno va via. Il servizio è rimasto carente. I comuni cosa devono risolvere? Si chiedono i miracoli? – si è chiesto De Cicco- Per non parlare di Serra Spiga. Sono in grado di rispondere punto per punto, condotta per condotta. Il problema è che non c’è l’acqua. E se non ci diciamo questa verità ci prendiamo in giro tutti”. De Cicco ha infine annunciato che sta preparando un dossier e un esposto che porterà al Presidente della Regione “che dovrà prendere provvedimenti con chi sta dirigendo attualmente la Sorical. Per il resto sarà un piacere avviare un tavolo di concertazione con voi, non con altri”.
