La cucina ha un grande valore nei progetti di inclusione sociale e lavorativa delle persone fragili: è un potente strumento aggregativo e una via comunicativa efficace, capace di andare oltre le parole.
Il tavolo della cucina diventa così un piano solidale, un ponte che unisce culture, lingue e situazioni, assottigliando le differenze fino a rendere possibile l’impossibile.
Da questa visione nasce un progetto inclusivo e speciale. A Cosenza, per due mesi, dieci migranti dei centri SAI di Casali del Manco, Celico, Mendicino e Domanico — tutti gestiti dal Centro di Solidarietà Il Delfino — prenderanno parte a un percorso di integrazione sociale e lavorativa.
“Si potrebbe pensare che alle persone che vivono situazioni difficili non interessi cucinare, che sia l’ultimo dei loro pensieri. Ma appena si consente loro di mettere le mani in pasta, si dà vita a un esperimento senza precedenti”,
spiega Corrado Rossi, manager della Maccaroni Chef Academy di Cosenza, che ospiterà il progetto insieme al “Delfino”.
La cucina diventa così una lingua universale: ci si comprende al di là del significato delle parole, ci si contamina, si condivide — dagli arnesi alle idee. In una sola parola: ci si incontra.
“L’esperienza mira anzitutto alla promozione dell’integrazione, dell’inclusione sociale e del rispetto per la diversità culturale, attraverso la condivisione di esperienze e la valorizzazione delle differenze culturali”, affermano organizzatori e protagonisti.
L’obiettivo è sottolineare l’importanza dell’inclusione sociale e dell’arte del cibo come punto d’incontro tra culture diverse.
“Cuochi d’altri Mondi” è un progetto di formazione culinaria e gastronomica dedicato a ragazzi e giovani adulti extracomunitari provenienti dal Sistema di Accoglienza e Integrazione.
Attraverso un programma pratico e coinvolgente, i partecipanti saranno guidati da chef esperti che li accompagneranno nell’acquisizione delle competenze base di cucina.
Gli aspiranti cuochi avranno l’opportunità di condividere le proprie storie, i loro sapori e le loro tradizioni, creando un ambiente di apprendimento ricco e stimolante: una sorta di laboratorio di comunità, dove la diversità è celebrata e il cibo diventa un linguaggio universale di dialogo e integrazione.
Il progetto mira anche a valorizzare le competenze culinarie dei partecipanti, aprendo loro nuove opportunità nel mondo del lavoro e della ristorazione.
Un corso di cucina può infatti offrire diverse possibilità professionali, specialmente in ristoranti che propongono cucina internazionale o etnica e che cercano chef, cuochi o aiuto cuochi con competenze specifiche.
Al termine del corso, sono previste giornate in azienda, per permettere agli allievi di conoscere le più importanti realtà gastronomiche del territorio.
Una bella sfida, dunque: con le mani in pasta e i sogni in testa.
