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Cosenza, AIC vince nuova class action in difesa degli utenti del Consorzio dei bacini settentrionali

«Ancora una volta i diritti degli utenti del Consorzio di bonifica dei bacini settentrionali del cosentino sono stati difesi, ridando giustizia a chi si sente vessato da continue richieste di pagamento per servizi mai ricevuti». E’ il commento lapidario del presidente provinciale di Cosenza dell’Associazione Italiana Coltivatori, Elisabetta Santoianni, che attraverso il proprio consulente territoriale Giuseppe Guaragna ha promosso la nuova class action di associati che hanno promosso un ricorso presso la Commissione Tributaria di Primo Grado di Cosenza, avverso alle richieste di pagamento inoltrate dal Consorzio di bonifica.

La corte di giustizia tributaria ha dato ragione ai ricorrenti che attraverso lo sportello dell’AIC avevano in massa promosso l’opposizione alle richieste economiche avanzate nei loro confronti «perchè sostanzialmente – spiega Elisabetta Santoianni – non hanno mai goduto dei servizi per i quali si richiedono i soldi. Lo diciamo da tempo e purtroppo – aggiunge il presidente provinciale di AIC Cosenza – siamo costretti a ricorrere in giudizio per ribadire che non producendo alcun beneficio in favore dei consorziati, la richiesta di pagamento avanzata dal Consorzio è illegittima e infondata sia in fatto che in diritto».

Quello vinto nei giorni scorsi è il quarto ricorso da due anni a questa parte, promosso dall’AIC attraverso i consulenti territoriali, che ha visto coinvolte decine di aziende e cittadini che si sono visti recapitare cartelle di pagamento non dovute.

L’associazione del presidente nazionale Giuseppino Santoianni, da tempo si sta battendo per salvaguardare le aziende e i cittadini che si sono ritrovati a ricevere queste richieste, anche per evitare esborsi inutili in un periodo di grande crisi. «Non abbiamo fatto altro – ha aggiunto Giuseppino Santoianni – che rispondere alla richiesta di giustizia che in tanti hanno chiesto ai nostri uffici, agendo per salvaguardare tante famiglie e contribuenti che ingiustamente si vedevano recapitare pagamenti di somme non dovute».

 

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