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Colpo alla ‘ndrangheta della Sibaritide: decapitato clan Abruzzese e coinvolto consigliere comunale

Ci sono capi e gregari del clan Abruzzese fra le 68 persone destinatarie di misure cautelari eseguite da Polizia e Carabinieri, stamane, a Cassano allo Ionio ed in altri centri della provincia di Cosenza. L’operazione “Athena”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, colpisce il clan della ‘ndrangheta storicamente egemone nella Sibaritide.

Trentanove persone, tra cui quattro donne, sono finite in carcere; ventiquattro, tra cui cinque donne, ai domiciliari e a cinque è stato notificato l’obbligo di firma. Nel blitz contro la ‘ndrangheta risulta coinvolto un consigliere di comunale Cassano allo Ionio, al quale è stato notificato l’obbligo della firma. Si tratta di Marco Guidi, di 34 anni, consigliere comunale di maggioranza.

Tra i destinatari della misura cautelare in carcere ci sono anche esponenti della ‘ndrangheta di Cosenza e Rende: il ​​boss di Rende Michele Di Puppo; i cosentini Gennaro Presta e Gianluca Maestri; Pasquale Forastefano ritenuto il capo dell’omonima cosca; Celestino Abbruzzese considerato dagli inquirenti il ​​capo del clan degli Abbruzzese. Arrestate anche due donne legate da rapporti di parentela alle storiche cosche, ovvero Erminia Cerchiara e Rosaria Abbruzzese. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle finalita’ mafiose, e di altri reati anche aggravati dalle modalita’ e finalita’ mafiose.

Nel corso del blitz sono stati sequestrati beni dal valore complessivo di circa 5 milioni di euro tra i quali beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari. Il sequestro ha riguardato, tra l’altro, un agrumeto, un bar-tabacchi, un autoveicolo, 17 rapporti finanziari, e 5 complessi aziendali di imprese attive nel settore del commercio di autoveicoli, della produzione, lavorazione e distribuzione di articoli ortofrutticoli con relative quote di partecipazione sociale. Le indagini patrimoniali condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Cosenza, hanno consentito di ipotizzare, per i diversi beni, la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità, diretta e indiretta, degli indagati e le capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari, oltre che l’intestazione fittizia di beni, con un compendio patrimoniale pertinente ai reati contestati.

Sin dalle prime ore dell’alba sono state eseguite numerose perquisizioni condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Cosenza, coordinati dal questore Michele Maria Spina e dal capo della squadra mobile, il vicequestore Gabriele Presti e dai carabinieri del Reparto operativo provinciale di Cosenza, guidati dal tenente colonnello Dario Pini.

 

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