“Le dichiarazioni di Pecoraro mi lasciano basito. Sono profondamente convinto che: in politica, come nella vita, bisogna costruire e non distruggere. Aieta oltre ad essere un ottimo amministratore è una persona per bene. Insieme al segretario regionale, Fabio Scionti, e alla direzione regionale e provinciale del partito abbiamo accolto la notizia dell’ingresso di Giuseppe Aieta con gioia ed entusiasmo. Per noi di Azione, infatti, fare politica significa rapportarsi in modo pragmatico e serio con i problemi. La nostra coerenza è l’approccio ai tanti problemi di cui la nostra regione è afflitta, anche per colpa del Partito Democratico, con il metodo dello studio e del pragmatismo.
Il Partito Democratico è arroccato su logiche di inizio novecento, del tipo o noi o loro. Per fortuna, una terza via non solo è auspicabile ma è indispensabile. Sono quella del Partito Democratico sia una grande comunità, con uomini e donne, che da spessore alla politica. Credo che in tanti seguiranno l’esempio di Aieta, perché questa comunità non si riconosce in una classe dirigente che fino a poco tempo fa gridava o Conte o Morte. Una comunità che non si riconosce nella logica matriciana o gricia. Il cantiere del “terzo polo”, guarda al riformismo senza venir meno al percorso liberale che contraddistingue il nostro cammino. In provincia di Cosenza, stiamo cercando di riprodurre il modello tracciato da Calenda, un modello che vede la forza nella proposta politica, un modello che respinge i populisti, anziché strizzargli l’occhio. Con Giuseppe Aieta questo modello acquisisce spessore e vitalità. A vittorio faccio i miei migliori auguri, è un giovane con un ottimo c.v. e può fare tanto, gli do un solo consiglio: abbandona le logiche da vecchia politica basate sull’attacco e sull’insulto della persona, cerca di costruire un percorso politico autonomo e distaccato da questi schemi “vecchi”, che di fatto, rendono il pd poco attrattivo. La linea politica del terzo polo è segnata dal “fare” moderato: a noi misure di aggressività non appartengono. Noi guardiamo in un’altra direzione”.