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Corigliano Rossano: scompare Enzo Garinei

«Un uomo che ha fatto la storia del teatro in Italia e che amava profondamente la nostra città, nella quale tornava appena possibile. È una perdita per tutti. Una vita spesa per il pubblico la sua, nell’antico e vero senso della parola, il racconto di una lunga storia di innamoramento e amore con il pubblico e del nostro per lui. Ha calcato le scene fino quando ha potuto farlo, e questa abnegazione, questo infinito amore per l’arte e la cultura, non possono che essere da esempio e stimolo per tutti». Così l’assessore alla Cultura, del comune di Corigliano-Rossano, Alessia Alboresi, commenta la notizia della morte, a 96 anni, di Enzo Garinei, attore di cinema e di teatro e fratello di Pietro della celebre ditta Garinei e Giovannini, oltre che doppiatore.

Alle parole dell’assessore fanno eco quelle, accorate, di Antonio Maria D’Amico, patron del Premio Ausonia e presidente della Fita provinciale Cosenza

«Un maestro nella vita e in teatro, sono affranto per la notizia della morte di Enzo Garinei. Un mostro sacro del mondo dello spettacolo italiano che mi ha concesso il grande onore della sua amicizia e stima».

 Nella sua carriera ha realizzato più di 70 film e partecipato a molte commedie teatrali. Ha esordito nel cinema nel 1949, in Totò le Mokò, e con il Principe De Curtis, che fu per lui un maestro, realizzò diversi film. Nel teatro leggero fu interprete di numerosi spettacoli di Garinei e Giovannini, come ad esempio Alleluja brava gente e Aggiungi un posto a tavola. In carriera anche ruoli in alcune serie televisive. Non c’è stato teatro italiano in cui non ha messo piede. In 70 anni di carriera ho portato e raccontato nei miei spettacoli l’Italia e gli italiani. Nel 2008 e 2009 è stato fra i protagonisti di Facciamo l’amore, a fianco di Gianluca Guidi e Lorenza Mario e di Aggiungi un posto a tavola, sempre al fianco di Gianluca Guidi e con Marisa Laurito. Nella stagione teatrale 2017-2018 ed ancora nella stagione 2019-2020 (all’età di 94 anni) è ritornato in tournée con la nuova edizione di Aggiungi un posto a tavola, interpretando dal vivo “la voce di Dio”, ottenendo un tributo d’affetto da parte del pubblico.

«Con la morte, a 96 anni a Roma, di Enzo Garinei, si chiude definitivamente il grande capitolo della commedia musicale italiana – scrive Maurizio Porro, sul Corriere della Sera – quella siglata dalle due manine allacciate di Garinei & Giovannini, autori impresari registi e talent scout. Vincenzo, Enzo sulle centinaia di locandine in cui apparve, era il fratello di Pietro, ma non aveva mai goduto di privilegi, era la morale della compagnia: scritturato sì, ma non protagonista, sempre un caratterista, la spalla, un comico che aveva imparato benissimo le regole del mestiere. Tanti anni di gavetta come attore e spesso doppiatore (diede la voce ai Jefferson e anche a Stan Laurel e a Spugna di Peter Pan) di cinema, tv e di teatro “leggero”, in epoca di doppi spettacoli e di tournée lunghe otto mesi. Enzo Garinei, padre di Andrea, morto prematuramente, fino a pochi mesi fa era la voce di Dio nella settima edizione di “Aggiungi un posto a tavola” e tutte le sere stava dietro le quinte, pronto a dare la battuta a Guidi, il pretino del diluvio universale: molti pensavano che la voce di Dio (ereditata da Garrone) fosse registrata, data l’età, invece Garinei viaggiava con la compagnia, ne era il simbolo, puntuale come un soldatino per questo musical che ha battuto ogni record di tenitura in Italia (1700 repliche).

«Enzo Garinei è stato anche un amico e un entusiasta ospite della città di Rossano prima e Corigliano-Rossano poi – ricorda ancora D’Amico – sono stato io a volerlo fortemente al Premio Ausonia, dove 2018 gli è stato assegnato il “Premio alla Carriera” e a partire dall’edizione del 2019, fu nominato Presidente del Comitato Tecnico Scientifico. Nonostante l’età era sempre disponibile, un uomo dal sapere e dalla classe infinita, da cui ho imparato tanto e che non dimenticherò mai. Mi fece anche il grandissimo onore di voler un mio contributo nella sua autobiografia, “1926: io c’ero”.  Da oggi siamo tutti più poveri».

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