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La Regione Calabria disciplina le cooperative di comunità sulla base della proposta di legge del consigliere Lo Schiavo

Seconda legge a firma del consigliere Antonio Lo Schiavo approvata dal Consiglio regionale della Calabria nel corso della seduta odierna. Dopo il voto favorevole alla legge per la tutela e la valorizzazione dei borghi marinari calabresi, l’aula di Palazzo Campanella ha licenziato all’unanimità anche la Proposta di legge n. 310/12^ sul “Riconoscimento e disciplina delle cooperative di comunità”, nel testo unificato frutto della fusione dell’originaria Proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Lo Schiavo (primo firmatario e proponente) e Straface con la successiva proposta sulla stessa materia di iniziativa dei consiglieri Molinaro, Gelardi, Mancuso, Mattiani e Raso.

«Il voto di oggi – ha commentato Lo Schiavo – mette il sigillo su una norma rispetto alla quale ho investito molte energie fin dal mio insediamento in Consiglio regionale, anche attraverso una fitta interlocuzione con le organizzazioni di categoria, nella convinzione di tratti di uno strumento di notevole utilità, non solo dal punto di vista economico, specie per le aree interne della nostra regione, che sono poi quelle più fragili e a rischio spopolamento. Le Cooperative di comunità possono, infatti, rappresentare uno strumento attraverso il quale realizzare investimenti e garantire servizi che lo Stato non riesce più ad assicurare. Esse hanno come esplicito obiettivo quello di produrre vantaggi attraverso la produzione di beni e servizi che incidano direttamente sulla qualità della vita. Il suo ambito d’azione può essere multisettoriale e prevede una pluralità di scambi mutualistici, ad esempio, nei settori del turismo e della valorizzazione del patrimonio culturale e naturale; nella produzione di energia e nell’efficientamento energetico; nella tutela e manutenzione del paesaggio e nella valorizzazione delle produzioni locali. Realizzare una Cooperativa di comunità contribuisce a creare un coordinamento stabile delle attività di cittadinanza solidale; può creare nuovi posti di lavoro; rafforzare o reintrodurre servizi alla comunità oggi non più sostenibili; valorizzare il ruolo dell’associazionismo e della partecipazione alla gestione della cosa pubblica. È anche attraverso queste azioni che si può reagire al declino e allo spopolamento dei piccoli centri, in una regione come la Calabria in cui insistono 327 comuni con meno di 5.000 abitanti (pari all’80,94 per cento del totale), nei quali vivono complessivamente oltre 615.569 persone (il 33,8 per cento della popolazione). I piccoli centri rappresentano, dunque, una parte importante della nostra regione, ma la carenza di servizi essenziali e l’assenza di investimenti privati rendono sempre più drammatici lo sgretolamento sociale, il peggioramento delle condizioni di vita e il conseguente spopolamento. Questa legge offre oggi una cornice legislativa ad una nuova forma di impresa impegnata nello sviluppo dei territori e si propone di essere uno strumento utile a rigenerare quei territori, favorendo – ha concluso Lo Schiavo – la partecipazione delle persone nella costruzione del futuro della propria comunità».

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