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Caccia, Zanella (AVS): “Limitare accesso a fondi privati, troppe le vittime dell’attività venatoria”

“Chiediamo al ministro dell’Agricoltura di limitare l’attuale diritto di accesso ai fondi privati e di rivedere le recenti norme sull’estensione della caccia nelle aree urbane e nelle aree protette dopo i diversi casi di vittime dell’attivita’ venatoria”. Cosi’ in una interrogazione al ministro dell’Agricoltura la capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella la quale spiega che “da poco e’ iniziata in diverse regioni la stagione venatoria 2024-2025 e purtroppo, e ancora una volta, gia’ si contano le vittime: tre tra i cacciatori e due persone ferite gravemente.

Secondo i dati raccolti come di consueto dall’Associazione Vittime della Caccia (A.V.C.), nel corso della precedente stagione venatoria 2023-2024 i morti sono stati 12, 56 i feriti. Il piu’ alto numero di vittime si e’ registrato in Toscana (10), seguono Calabria (6), Sardegna, Campania e Veneto (4).

Fra i non cacciatori le vittime sono state complessivamente 28, di cui 6 morti e 22 feriti (dei quali 7 minori). Fra i cacciatori, le vittime sono state complessivamente 40, di cui 6 morti e 34.

E’ un tragico e assurdo bollettino che si ripete ad ogni stagione venatoria e che non accenna a diminuire, contrariamente a quanto sostengono le associazioni venatorie. Le vittime oltre ai cacciatori sono molto spesso anche persone che abitano, o sono semplicemente di passaggio, nelle zone venatorie.

Alle vittime umane si vanno a sommare i tanti animali domestici e da cortile, feriti o uccisi accidentalmente. Ad aggravare la situazione c’e’ la possibilita’ di cacciare nei terreni privati, anche contro la volonta’ dei proprietari o conduttori, arrecando loro disturbo e provocando danni e pericoli.

Ad aumentare poi i rischi di incidenti di caccia ha contribuito la norma contenuta nella legge di bilancio per il 2023 (L. n. 197/2022), che ha introdotto il regime venatorio nelle aree protette e nei tessuti urbani. Si tratta di una profonda, radicale modifica della normativa nazionale: la legge n. 394 del 1991, e la legge n. 157 del 1992 sulla Protezione della fauna e la regolamentazione della caccia, che estende l’intervento dei cacciatori contro qualsiasi specie di fauna selvatica, anche nelle citta’ e nei parchi, con il conseguente evidente aumento dei rischi per i cittadini.

Chiediamo che il ministro Lollobrigida, che fino ad ora non e’ stato sensibile alla necessita’ di tutela della fauna, come noi chiediamo con forza, lo sia per la vita umana”, conclude Zanella.

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