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Nel giorno dell’uccisione di Salvatore Nuvoletta, uno studente calabrese scrive: “Importante mantenere viva la memoria di chi ha dato la vita per la nostra sicurezza”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani commemora, come un vero e proprio eroe dei nostri tempi la figura del giovane carabiniere Salvatore Nuvoletta.
La storia racconta che Nuvoletta carabiniere di appena vent’anni venne massacrato dal cartello camorristico di Casal di Principe come risposta dell’assassinio del boss Mario Schiavone verificatosi qualche tempo durante un’irruzione in cui non era presente neanche lo sfortunato militare.
Quando i killer si accostarono a Salvatore, stava intrattenendo simpaticamente un bambino; visto il pericolo, cercò di tutelare l’incolumità del piccolo, invece di darsi alla fuga e rimase pertanto colpito mortalmente dai proiettili. Per i suoi meriti inconfutabili gli venne attribuita la medaglia d’oro al valor civile.
Oggi ne racconta l’altruismo e l’eroismo lo studente Andrea Cacozza, della classe III sez. C, del Liceo scientifico Filolao di Crotone:
“Il 2 luglio 1982, la camorra uccise brutalmente Salvatore Nuvoletta, un giovane carabiniere, mentre era seduto all’esterno dell’attività commerciale di un parente nella sua città natale, con un bambino in braccio. Salvatore, arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri a soli 17 anni, era di stanza presso la caserma di Casal di Principe. Prima di sparargli, i sicari lo chiamarono per nome e cognome per essere certi della sua identità. Resosi conto del pericolo, Salvatore lanciò il bambino lontano per salvarlo, prima di essere colpito da numerosi proiettili. Solo anni dopo, grazie alle dichiarazioni di Carmine Schiavone, si scoprì la ragione di questo efferato omicidio: la camorra voleva vendicare la morte di Mario Schiavone, ucciso pochi giorni prima in uno scontro a fuoco con i carabinieri di Casal di Principe. Nonostante Salvatore fosse in riposo il giorno dello scontro, fu scelto come bersaglio per la rappresaglia. L’omicidio fu approvato dalla famiglia Nuvoletta di Marano e l’esecuzione fu affidata a Antonio Abbate. La tragica vicenda di Salvatore Nuvoletta è un chiaro esempio di come la criminalità organizzata colpisca senza discriminazione, diffondendo paura e violenza tra le persone innocenti. Salvatore Nuvoletta simboleggia il sacrificio di tanti uomini e donne che, per la legge e l’ordine, diventano vittime della violenza mafiosa, pertanto è importante mantenere viva la memoria di chi ha dato la vita per la nostra sicurezza e continuare a lottare contro la criminalità, affinché il loro sacrificio non sia mai dimenticato.”
Il gesto di nobile altruismo compiuto da Salvatore fa riflettere sul valore della legalità nel microcosmo delle professioni. Nel momento del pericolo l’istinto si è fuso con principi morali e civici che il ragazzo aveva evidentemente introiettato fortemente; l’obiettivo che si possa scegliere l’azione giusta per difendere i propri ideali è un traguardo che sarebbe bello estendere al maggior numero di persone possibile. Molte volte esempi di condotta irreprensibile sono stati proposti da cittadini o servitori dello stato isolati. L’educazione civica dovrebbe far focalizzare l’attenzione degli studenti proprio su modelli di comportamento come quello di Salvatore, in modo da discutere e confrontarsi in un ambiente scolastico durante i laboratori didattici di cittadinanza attiva.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

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