In merito al Ponte sulla Stretto, Italia Nostra ribadisce le proprie motivate e articolate perplessità sulla sua realizzazione, dopo aver presentato insieme ad altre associazioni le proprie osservazioni alla “Commissione VIA”.
“La prima e più rilevante obiezione – scrive in una nota Antonella Caroli, presidente nazionale Italia Nostra – riguarda l’impatto sul paesaggio e l’ambiente dello Stretto di Messina: un contesto culturale e paesaggistico tra i più significativi ed espressivi al mondo e punto focale di un importantissimo sistema naturale oggi costituito da riserve e parchi naturali, ricchissimo di siti delle Rete Natura 2000 come i Nebrodi, l’Aspromonte, l’Etna e le Eolie patrimonio UNESCO, l’Isola Bella, le lagune di Marinello, gli ambienti umidi del litorale con gli acquitrini salmastri di Faro e Ganzirri, la zona costiera di Capo Peloro. Inoltre, le alture che si affacciano sulle due sponde dello Stretto sono i luoghi di sosta delle avifaune migratorie. Aspetti questi che, richiamando l’art. 9 della Costituzione ed il Decreto Assessoriale 8410/2009 che istituisce la carta regionale dei luoghi dell’identità e della memoria, difficilmente possono essere ignorati. Infatti, importanti aree interessate dall’opera sono sottoposte a tutela 3 dal Piano Paesaggistico Territoriale Ambito 9: aree che nelle Norme di Adozione sono dichiarate “invarianti” del paesaggio.
Sull’utilità dell’opera per la mobilità, tutti gli studi e le più accreditate valutazioni ritengono che il traffico marittimo tra la Sicilia e i porti del Nord non sia dirottabile sul Ponte, visto l’incontrastabile convenienza dei trasporti via mare; potendone quindi usufruire solo la tratta destinata all’Italia Centrale. Anche il traffico passeggeri risponde allo stesso principio, non essendo concorrenziale con i collegamenti aerei di lunga distanza tra Sicilia e nord Italia o Europa (l’aeroporto di Catania è il terzo d’Italia). Vi è inoltre ancora necessità di ricordare che le inesistenti infrastrutture stradali e ferroviarie non permettono oggi i normali spostamenti tra le varie città dell’isola.
I costi di realizzazione del ponte sono enormemente superiori a opere comparabili (il ponte Sultan Selim sul Bosforo, con una campata principale di 1,41 km e una lunghezza totale di 2,2 km, è costato € 2,3 miliardi; il ponte di Akashi Kaikyō, con una campata centrale di oltre 1,9 km è costato € 3,38 miliardi), l’area di influenza del ponte ha una significatività economica relativamente modesta e il volume di pedaggi non sarebbe in grado di ripagarne le spese, che sarebbero invece a carico dello Stato (al contrario, per esempio, dell’Eurotunnel, totalmente a carico del traffico).
Il progetto presentato alla Commissione VIA non supera le obiezioni mosse dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (lo stesso MIT sotto altro nome) nello studio pubblicato nell’aprile del 2021 e redatto da un Gruppo di Lavoro di 16 tecnici (professori universitari, funzionari del ministero e responsabili di aziende di infrastrutture), che esprimeva importanti dubbi sul progetto, sulla sua concezione costruttiva, sui danni ambientali e sulla sua utilità. In particolare, devono essere superate le criticità che suggerivano la realizzazione di un ponte a più campate. E infine, a rigor di logica, la VIA dovrebbe essere rifatta da capo, visto che sono passati molti anni dal parere del 2013.
Alla luce di tali considerazioni e dei molti indicatori critici rilevati nel corso delle verifiche, – conclude la presidente – l’associazione Italia Nostra intende convocare un incontro internazionale di tecnici esperti in questa infrastruttura, per contribuire ad un necessario approfondimento delle conoscenze che oggi – nonostante il numero rilevante degli elaborati tecnici del progetto non esecutivo – appaiono assai limitate”.