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Operazione Freeland del 2020, la Dia conferma: “In Trentino Alto Adige radicate matrici mafiose legate alla ‘ndrangheta”

La Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione semestrale sull’attività della criminalità organizzata in Italia, ha dedicato dei capitoli alle singole regioni e province.

Nella relazione relativa al primo semestre 2022, in riferimento al Trentino la Dia scrive: “è nota la tendenza delle organizzazioni criminali di tipo mafioso a riciclare e reinvestire capitali di provenienza illecita al di fuori delle aree d’origine, prediligendo i territori dell’Italia settentrionale, caratterizzati da un consolidato tessuto economico e da positivi scambi finanziari. È quanto emerso nell’indagine Perfido, che ha consentito di documentare la presenza della criminalità organizzata calabrese in provincia di Trento.

Il principale business criminale tuttavia risulta essere il traffico di stupefacenti, agevolato dal passaggio dei flussi in transito verso il nord Europa”.

Per quanto riguarda la provincia di Bolzano, la Dia invece sottolinea: “Da alcuni anni sembra essere radicata la presenza di organizzazioni criminali, in particolare della ‘ndrangheta, come evidenziato dagli esiti dell’operazione “Freeland” del 2020, con la quale era stata accertata la presenza stabile e attiva di personaggi collegati a famiglie reggine.

Oltre alla presenza di matrici criminali di tipo mafioso, la provincia, importante polo industriale e centro del settore terziario, rappresenta un’attrattiva per le formazioni criminali economico-finanziarie intenzionate alla commissione di illeciti penali in materia di appalti e delle truffe per l’indebita percezione dei contributi pubblici. Sul territorio altoatesino, inoltre, si continua a registrare la presenza di sodalizi stranieri attivi nel traffico di stupefacenti”.

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