Garantire il sostegno dello Stato a chi ne ha bisogno, ma procedere a una stretta del reddito di cittadinanza nei confronti di chi può lavorare. Questo il messaggio scandito dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante il suo discorso programmatico nell’aula della Camera, sul quale il Governo porrà la questione di fiducia. Standing ovation, alle sue parole, tra i banchi del centrodestra, gelo a sinistra con il leader M5S Giuseppe Conte ad ascoltare attento ma senza commentare le parole della premier.
“E’ una verità profonda, che soltanto chi la povertà l’ha conosciuta da vicino può apprezzare appieno. È questa la strada che intendiamo percorrere: vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare: penso ai pensionati in difficoltà, agli invalidi a cui va aumentato in ogni modo il grado di tutela, e anche a chi privo di reddito ha figli minori di cui farsi carico. A loro non sarà negato il doveroso aiuto dello Stato. Ma per gli altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Perché, per come è stato pensato e realizzato, il rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”.
“C’è un tema di povertà dilagante” da non “ignorare. Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: ‘La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro'” ha detto Meloni.