Riceviamo e pubblichiamo una sintesi della lunghissima lettera inviata a Klaus Davi da Vincenzo Ficara. La lettera è stata scritta interamente a mano e poi copiata dal computer dalla famiglia dell’autore.
‘NDRANGHETA: VINCENZO FICARA ‘SCRIVO A KLAUS DAVI, AUTORITÀ NON MI ASCOLTANO’
“Scrivo a lei Klaus Davi a distanza da 17 anni dalla mia condanna perché le autorità non mi ascoltano. Ho saputo tramite i miei avvocati e famigliari che lei si sta occupando delle vicende di Pellaro, Bocale, Lazzaro e del mio omicidio Barreca. Per questo motivo – scrive Vincenzo Ficara condannato in via definitiva per l’omicidio Barreca nel 2002 – la prego di una cosa: di andare a trovare i riscontri, sono 20 anni che grido la mia innocenza.”
‘NDRANGHETA: VINCENZO FICARA ‘PM NON HANNO INTERESSE A SENTIRE NUOVI COLLABORATORI’
“Ogni volta chiedo ai miei avvocati se è uscito qualche pentito ma i Pm non hanno interesse a fare delle domande in merito. Sono certo che prima o poi anche questo fatto verrà fuori e diranno la verità; già in qualche processo che si sta celebrando sta uscendo fuori chi aveva interessi sulla zona di Pellaro.” Lo scrive Vincenzo Ficara condannato in via definitiva per l’omicidio di Vincenzo Barreca nel 2002.
‘NDRANGHETA: VINCENZO FICARA ‘NON HO MAI CONOSCIUTO VINCENZO BARRECA’
“Non ho mai conosciuto Vincenzo Barreca – scrive nella lettera a Klaus Davi – non ho mai conosciuto né di persona né di vista, né il defunto Barreca Vincenzo, né il collaboratore Filippo, né i nipoti Santo e Filippo, tantomeno la signora Casuscelli. Questo ci tengo a precisarlo.”
‘NDRANGHETA; VINCENZO FICARA ‘FALSO CHE ABBIA UCCISO BARRECA PER SUPREMAZIA MAFIOSA’
“E’ totalmente falso che io abbia ucciso Vincenzo Barreca – prosegue Ficara nella sua lettera a Klaus Davi. Adesso faccio un ragionamento che sicuramente si sarà fatto pure lei: nel momento in cui le mie intenzioni erano quelle di estendere il territorio e comandare in quelle zone sembrerebbe logico che il mio scopo fosse di lucro, quindi fare dei lavori, fare delle estorsioni, impormi sui lavori e tutto quello che ne concerne in questi casi. Invece cosa faccio, commetto l’omicidio e mi trasferisco a Camerino a 1000 km dal mio territorio, come se lo spiega?”
‘NDRANGHETA: VINCENZO FICARA ‘C’E’ UNO SCEMO PER IL QUALE STO PAGANDO IL CONTO’
“Di sicuro qualcuno pensa che lo scemo a pagargli il conto c’è, ma vi posso assicurare che sia io che le mie sorelle combatteremo fino all’ultimo respiro. Io non sono sposato e purtroppo i miei famigliari di queste cose non ne capiscono. Ecco che quando ho saputo che c’è qualcuno che si sta interessando a questo fatto, o quantomeno vuole vedere chiaro, per me è stata una bella giornata ed una boccata d’ossigeno. Le ripeto che non deve credere a cosa le dico io ma deve solo verificare e toccare con mano. C’erano diverse persone che volevano la morte del signor Barreca e si possono leggere nelle varie intercettazioni.”
‘NDRANGHETA: OMICIDIO LIGATO, VINCENZO FICARA ‘PENTITO LOMBARDO ACCUSA I FRATELLI BARRECA MA SONO USCITI INDENNI PERCHE?’
“Riguardo l’omicidio Ligato, mi riferisco a Ludovico Ligato il politico, come leggerete nelle dichiarazioni di Peppe Lombardo, collaboratore di giustizia e auto-accusato dell’omicidio in questione, i fratelli Barreca vengono chiamati di correo proprio da Lombardo. Il fascicolo che le sto inviando spiega punto per punto la responsabilità dei fratelli Barreca, sia di Filippo collaboratore che di Vincenzo defunto. Non si sa come ne siano usciti indenni, ecco che sono tante le cose che non tornano”. Così Vincenzo Ficara nella lettera inviata a Klaus Davi.
‘NDRANGHETA: FICARA ‘CONDELLO VOLEVA LA MORTE DEI FRATELLI BARRECA E MANDO’ IL KILLER LOMBARDO’
Citando alcune carte Vincenzo Ficara scrive nella lettera indirizzata a Klaus Davi: “Il pentito Giuseppe Lombardo, come leggerà, mandato da Pasquale Condello era andato ad uccidere i fratelli Barreca. Non l’ha fatto quella volta perché quando è andato ne ha trovato uno solo mentre gli ordini erano di ucciderli tutti e due fratelli, sia Vincenzo che Filippo.
‘NDRANGHETA: FICARA ‘E’ STATO CHIESTO A CANDELORO’
Ficara nella lettera inviata a Klaus Davi scava anche a fondo nel passato. E cita l’episodio di un suo lontano parente: “Qualche anno fa ha collaborato con la giustizia un mio parente di 3° grado che si chiama Ficara Candeloro Claudio, il quale ha dichiarato di aver gestito la mia clandestinità visto che ha gestito la mia latitanza che va dal 2000 al 2006. Chi meglio di lui può sapere cos’ho fatto in quel periodo? Ma stranamente è uscita solo questa dichiarazione, quale investigatore non gli avrebbe chiesto cosa ne sapesse dell’omicidio Barreca? Visto che mi spostava lui, come ha accusato tante persone avrebbe accusato pure me”.
‘NDRANGHETA: VINCENZO FICARA ‘I MIE LEGALI MI HANNO IMBROGLIATO, LI REVOCAI’
Accuse anche ai legali. Nella lettera rivolta a Klaus Davi Ficara prende di mira gli ex avvocati: “All’epoca ero difeso dall’avv. Antonio Managò e dall’avv. Giuseppe Putortì. Il giorno dopo della sentenza li ho revocati perché a mio avviso al momento del riconoscimento hanno contribuito ad imbrogliarmi. Perché non è possibile fare un riconoscimento “falso”. Lei stesso può vedere che il giorno dopo al mio arresto sui giornali sono state pubblicate le foto della mia nuova fisionomia e, cosa ancora più grave, che un mesetto prima del riconoscimento la Corte ha mandato per farmi una perizia il dottor Strati, nominato dalla Corte, il mio perito e il perito della Parte Civile. Dopo avermi visitato anche il perito della Parte Civile mi ha detto “lei non assomiglia per nulla alla descrizione fatta dalla mia assistita”, subito dopo mi hanno fatto tantissime foto compreso il perito della Parte Civile.”
‘NDRANGHETA: FICARA ‘CARTE PROVANO CHE IN TANTI VOLEVANO MORTE FRATELLI BARRECA’
In tanti volevano la morte dei fratelli Barreca. Citando alcune carte Ficara parla di “Diverse persone volevano la morte del signor Barreca e si possono leggere nelle varie intercettazioni, c’erano persone che il fratello gli ha fatto prendere l’ergastolo e ci sono persone cui sono stati uccisi i parenti, vedi guerra di Pellaro procedimento Barracuda. Lui stesso, Barreca Vincenzo, ha contribuito a fargli prendere l’ergastolo a tale Scappatura Giovanni.” Nel fascicolo citato da Ficara vengono registrati Antonino Sergi, Giuseppe Malara e Nino Ambrogio: “Come potrà constatare parlano per uccidere Barreca Vincenzo, fanno degli appostamenti per ucciderlo. Come può notare tutte queste persone volevano la morte di Barreca Vincenzo e addirittura pure dei figli. Queste sono tutte persone di Pellaro ed erano in contrasto con Barreca Vincenzo. Addirittura volevano usare i bazooka, volevano farlo a viso scoperto. In un primo momento doveva scendere tale Giovanni Crucitti, poi viene intercettato che Gino Molinetti, che era latitante a Pellaro, era andato più volte ma non era andato a buon fine. Nella conversazione appresso indicata i conversanti, tra i quali il Sergi, discutono le posizioni processuali di Giovanni Puntorieri per il quale era in corso procedura di estradizione dalla Spagna, e tra gli altri emergono chiari riferimenti alla latitanza di Molinetti Luigi, poi arrestato nell’ambito della medesima operazione di Polizia. Conversazioni del 24\01\97 quella del 5.02.97, h 18.19 e del 25\04\97 discutono di Santo Maesano arrestato in Spagna affermando nuovamente che il Molinetti era partito da Pellaro qualche giorno prima. Più volte il Sergi, con diversi interlocutori ed a distanza di tempo fa chiari riferimenti inequivoci, riferimenti all’ausilio prestato al Molinetti. “