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‘Ndrangheta a Milano, il figlio del boss Flachi a Davide Volpe: “Ti piglio la testa e te la faccio volare. Il lavoro lo faccio io a te e a tutta la tua settima generazione”

“E’ gia’ tanto che entri ancora in Comasina ad abitare, hai capito? (…) ti piglio la testa e te la faccio volare pezzo di me… (…) metti le mani in tasca e pensi di farmi il lavoro a me. Io il lavoro lo faccio io a te e a tutta la tua settima generazione (…) vattene a lavorare e chiudi tutti i discorsi, tutti!”. Con questi toni minacciosi Davide Flachi, 43 anni e figlio di Pepe’ Flachi (morto a gennaio), boss della ‘Ndrangheta della Comasina, quartiere di Milano, si sarebbe rivolto a Davide Volpe, 33 anni, e anche lui tra i 13 fermati nell’inchiesta milanese con al centro traffici di droga, “detenzione di armi” ed “estorsioni con azioni intimidatorie”.

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Nel decreto di fermo a Flachi vengono contestati diversi reati, tra cui il traffico di droga, e con l’aggravante del metodo mafioso (non ha in questa indagine la contestazione di associazione mafiosa, per cui e’ stato gia’ condannato in passato). Di lui, come emerge da un’ intercettazione del 2020, Antonino Chirico, un altro dei fermati, dice: “quando uno e’ potente cosi’ la gente non esce di casa, ha paura … ma non di lui del gruppo … del nostro gruppo”. Flachi, sulle orme del padre, come scrivono i pm, “e’ ben consapevole che e’ lui che comanda a Comasina”. Il “confronto” con Volpe, come risulta da un’intercettazione captata nella carrozzeria di Cormano (sequestrata dalla Gdf), era terminato con un pestaggio da parte del presunto boss. “Ti brucio insieme a tutta la palazzina che hai qua dentro”, e’ un’altra delle frasi intimidatorie pronunciate da Flachi che puntava ad acquistare un terreno, come si legge negli atti della Procura.

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