“Condivido e appoggio le otto proposte per scongiurare il caro energia, elaborate dall’imprenditore di Soverato Giovanni Sgrò insieme al professore Vittorio Daniele, docente di Politica economica all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Ancora una volta, la Calabria dimostra di essere in grado, coniugando i saperi imprenditoriali e accademici di cui dispone, di unire la protesta con proposte di spessore.
D’altronde, non si può restare a braccia conserte ad aspettare che la crisi energetica sgretoli il tessuto economico, costringendo le imprese a sospendere la produzione e a lasciare nell’incertezza i lavoratori e le loro famiglie.
L’invito ai decisori pubblici è stringente: agire subito e fattivamente. Non serve fare promesse elettoralistiche, specie da parte del centrodestra che lamenta i ‘poteri limitati’ del Governo per fronteggiare la crisi, quasi che a interrompere l’azione di Draghi non fossero stati loro.
Tuttavia, anche grazie alla spinta di Draghi, il 9 settembre a Bruxelles si terrà la riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia con l’obiettivo di aggiustare il mercato e non permettere a Putin di danneggiare l’Europa.
Frattanto, è davvero apprezzabile che il grido d’allarme di Giovanni Sgrò, condiviso da mesi da tantissimi imprenditori, commercianti e sindaci, sia supportato da proposte puntuali per arginare quella che, se non fronteggiata efficacemente, potrebbe trasformarsi in una catastrofe sociale. Otto proposte che sarebbe sbagliato non prendere in considerazione, se si pensa all’enorme vantaggio in termini economici e di salvaguardia della salute e dell’ambiente.
Dalla misura di sburocratizzazione e incentivazione finanziaria per l’installazione di impianti energetici rinnovabili da parte delle imprese ai fini dell’autoproduzione, all’adozione di interventi straordinari per accelerare le procedure e la finanza del Pnrr per la realizzazione di impianti fotovoltaici negli edifici pubblici.
Dalla realizzazione di impianti di energia rinnovabile per le comunità locali o da immettere nella rete, con società in cui ci sia la partecipazione del settore pubblico (Invitalia) al credito d’imposta per una parte sostanziale degli incrementi del costo dei consumi energetici per le imprese in alcuni settori economici, anche per evitare che l’aumento dei costi di produzione si trasferisca, come sta già avvenendo, sui prezzi finali dei beni e servizi pagati dalle famiglie. Dalla riduzione a 5 anni (rispetto ai 10 attuali) del recupero delle somme per impianti fotovoltaici da parte delle famiglie, di cui al bonus 65%.
7, alla revisione della fissazione dei prezzi del gas nel mercato TTF (l’indice di borsa del gas naturale nel mercato dei Paesi Bassi che permette il commercio di gas all’interno della rete olandese e in tutta Europa) da cui bisogna sganciarsi. E ancora: dall’invito a valutare che, nel contempo, si possano praticare prezzi del gas legati, almeno in parte, ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione, che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF.
8, alla revisione della determinazione dei prezzi dell’energia elettrica alla Borsa elettrica, attualmente legato al solo prezzo del gas”.
Lo afferma in una nota Francesco Pitaro, candidato per il PD al Senato Collegio Catanzaro-Vibo-Reggio.