Ricordare Paolo Borsellino e i cinque membri della sua scorta (Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli), vuol dire far memoria dei valori di un magistrato che pagò con la vita l’impegno per l’affermazione della legalità, ma anche evidenziare la testimonianza di un uomo dello Stato che, insieme all’amico Giovanni Falcone, contribuì a realizzare metodi di contrasto alla mafia che hanno segnato un’epoca e che tutt’oggi rappresentano un modello irrinunciabile. Nella ricorrenza della strage di via D’Amelio, l’intero Consiglio regionale della Calabria – afferma il presidente Filippo Mancuso – riconosce un tributo di memoria alla grandezza di un magistrato coraggioso, determinato ed indimenticabile”.
Aggiunge: “Quell’inestimabile esempio di sacrificio, ha restituito agli italiani la consapevolezza che la lotta alle mafie richiede un patto sociale tra Istituzioni e comunità civile. Anche in Calabria, lo sforzo che la politica deve profondere non deve mai rinunciare alla promozione della cultura della legalità e alla valorizzazione dell’azione educativa nelle scuole, rivolta, in particolare, alle giovani generazioni come antidoto ad ogni forma di violenza e criminalità”.