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Gli studenti del Liceo Zaleuco tra i tesori antichi del Museo-Parco Archeologico di Locri Epizefiri

Una visita sorprendente, sia dal punto di vista della bellezza che della formazione culturale, quella vissuta dagli studenti delle classi prime del Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, al Museo – Parco Archeologico di Locri Epizefiri. Accompagnati dai docenti: Cosimo Squillace, Monica Scoleri, Vincenzo Bruzzaniti, Elisabetta Longo, Alessandra Pedullà, i ragazzi si sono potuti immergere nell’anima profonda delle nostre antiche radici. A pochi passi dall’attuale Locri sorge il Parco Archeologico di Locri Epizefiri che, con i suoi reperti, ascrivibili all’età del bronzo e del ferro, i resti della città greca con le sue mura, i santuari, il teatro, i suoi edifici privati e le numerose testimonianze di età romana e tardo antica, permette di ripercorrere quattromila anni di storia. Ai resti dell’abitato greco, in località Centocamere, e a quelli del Tempio di Marasà, che hanno restituito una gran varietà di reperti, legati alla religiosità, all’arte e alla cultura, si sono aggiunti, più di recente, quelli di un santuario dedicato a Demetra Thesmophoros, tratti di mura di cinta greche e significative testimonianze monumentali di età romana imperiale, come il complesso museale di Casino Macrì. Locri Epizefiri diede i natali a Zaleuco, autore del primo codice di leggi, corredato di relative pene, e a Nosside, emula di Saffo e maggiore poetessa della Magna Grecia. All’interno del Parco il Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, situato all’interno dell’area archeologica, nei pressi del deposito votivo dedicato a Zeus. E’ una struttura di piccole dimensioni, che si sviluppa, essenzialmente, su due livelli. Il livello sopraelevato, costituito dalla classica area espositiva, nella quale trovano posto i reperti e le varie teche che li contengono, disposti secondo un criterio basato sul luogo di rinvenimento del manufatto; il secondo livello è uno spazio aperto, che si sviluppa al di sotto del livello sopraelevato, a formare quasi un portico, nel quale trovano posto reperti di dimensioni maggiori, quali sarcofagi, cippi funerari ed elementi architettonici di varia natura. Tale spazio, inoltre, viene utilizzato per conferenze e presentazioni, relative all’attività archeologica, sviluppatasi nel corso degli anni. Alcuni reperti, tra i più antichi, sono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.Un’esperienza entusiasmante poter camminare tra ciò che resta di quella città antica, che ha dato lustro a tutta la Magna Grecia, e di cui siamo i diretti discendenti. Guardare i reperti è come vedere una parte di noi, custodita in quel passato glorioso, e di cui dovremmo essere fieri. E questo i ragazzi dello Zaleuco lo hanno ben recepito, del resto si formano in una scuola, intitolata ad uno dei più grandi personaggi della cultura classica, Zaleuco appunto.Le nuove generazioni, in questo tempo di trasformazioni tecnologiche, avranno l’arduo compito di conciliare passione per le proprie radici passate con lo slancio verso la globalizzazione, pervasa di Intelligenza Artificiale. La forza mitica, insita nel nostro animo greco, riuscirà in questa impresa, dopo tutto la cultura greca ha  plasmato l’intero Occidente, non bisogna dimenticarlo “ La danza del futuro dovrà ritornare ad essere una semplice arte religiosa, com’era presso i Greci. L’arte che non è religiosa non è arte, è pura merce” (Isadora Duncan)

 

 

 

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