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Agostinelli: “Porto di Gioia Tauro alfiere della portualità italiana nel Meridione”

“Il porto di Gioia Tauro e’ l’alfiere della portualita’ italiana nel Meridione. Ci troviamo nella migliore posizione geostrategica del Mediterraneo. Il nostro e’ un porto che non ha subito contraccolpi rispetto alla crisi del Mar Rosso, perche’ e’ uno scalo talmente importante che i nostri armatosi di riferimento, che sono armatori di rilievo mondiale, continuano a scalare le sue banchine con nostra grande soddisfazione, a dimostrazione che il porto e i terminal stanno lavorando bene”.

Lo ha detto il presidente dell’Autorita’ di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, che ha partecipato al convegno intitolato “Mediterraneo e nuove sfide – Storia, Cultura e Sviluppo” e organizzato dal Domenico Naccari, console onorario del Regno del Marocco per la Regione Calabria, che si e’ tenuto a Roma in Campidoglio, nella sala della Protomoteca. Alla presenza, tra gli altri, del viceministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, e dell’ambasciatore del Marocco in Italia, Balla Youssef, nel corso del suo intervento, il presidente Andrea Agostinelli ha evidenziato la centralita’ dello scalo portuale calabrese. “Nei fatti – ha sottolineato il presidente Andrea Agostinelli – al centro del nostro operato poniamo un concetto chiave che indirizza quotidianamente ogni nostra attivita’ amministrativa. Noi agiamo e operiamo affinche’ il porto di Gioia Tauro continui a crescere perche’ cosi’ puntiamo essenzialmente a creare opportunita’ di lavoro. Che sono opportunita’ di lavoro “buono”, come mi piace definirlo – ha evidenziato Agostinelli – che scaccia quello cattivo”.

Poi, con il pensiero rivolto, anche, alle conseguenze generate dalla direttiva europea, il presidente Agostinelli ha chiarito: “Nonostante le direttiva Ets ci pone in una posizione di difficolta’, in quanto potrebbe penalizzare i porti di trasbordo europei e favorire quelli della sponda del Nord Africa, siamo naturalmente predisposti ad avviare colloqui e cooperazioni con gli scali portuali africani perche’ tutto questo rientra pienamente nella nostra storia e nella nostra cultura mediterranea, sin dai tempi antecedenti all’Impero Romano. Del resto, il porto di Tangeri e’, comunque, il nostro principale competitor, che offre lavoro a oltre 75mila persone, ma noi andiamo avanti, coi nostri 4mila lavoratori, impegnati a operare in una realta’ che continua a crescere, nonostante le difficolta’ ambientali, economiche, infrastrutturali e nonostante le crisi geopolitiche”.

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