Si è svolto, nel mese di settembre, nella Casa circondariale di Cosenza, un laboratorio di scrittura autobiografica promosso dall’associazione di volontariato “LiberaMente”, dal Polo universitario dell’Università della Calabria e dall’associazione piacentina “Verso Itaca APS”.
Sono state coinvolte 18 persone recluse in alta sicurezza. “Insieme a voi – ha detto Antonio, uno dei detenuti – ho scritto cose che non ho detto quasi mai a voce; come, ad esempio, dire ti voglio bene ai miei genitori. Vi dirò, il primo giorno che ho frequentato questo corso, non riuscivo a capire il nesso o a cosa servisse ma poi ho capito che con la scrittura e scrivendo insieme a voi i ricordi del mio passato sono venuti fuori e credo che, se non fosse stato per voi, non sarebbero usciti. Così come i sentimenti perché’ secondo me c’è un nesso tra cuore e scrittura”. Il laboratorio è stato condotto da Carla Chiappini secondo la metodologia proposta dal professor Duccio Demetrio e dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.
“Nel teatro del carcere – sottolineano gli organizzatori – per qualche momento molto intenso si sono incontrati errori, domande esistenziali, lutti, riflessioni ma anche momenti di felicità e tanta nostalgia. La proposta autobiografia è una proposta profonda ma delicata, non invasiva. Ognuno scende dentro di sé e dentro la sua storia fino a dove trova le parole, fino a quando ce la può fare. Nel momento della condivisione degli scritti, solo ascolto e silenzio. Nessun commento, nessun giudizio, a volte gli occhi si inumidiscono, a volte si ride insieme, a volte si tace semplicemente quando si intuisce che le parole sono scese fino in fondo, al centro di una vita. È una proposta di libertà e, nello stesso tempo, di responsabilità, un momento importante per celebrare la dignità di ogni essere umano, oltre la colpa e oltre la pena”.