“La sospensione del reddito di cittadinanza che riguarderà oltre 14mila calabresi rischia di aprire una profonda voragine sociale per tantissime famiglie che si sono viste recapitare, con un semplice sms da parte dell’Inps, la comunicazione che non percepiranno più il sostegno economico. Da tempo si discute della riforma che il Governo nazionale ha varato con riguardo alla misura e diverse sono le considerazioni da fare nel ruolo di chi vive e rappresenta il territorio. Nello stesso sms dell’INPS si legge che la misura verrà revocata “in attesa di un’eventuale presa in carico dei servizi sociali”, generando confusione tra i beneficiari e grande preoccupazione anche per i Comuni.
Senza una informazione chiara e precisa su quali siano le procedure da seguire e gli enti da contattare per poter continuare a usufruire un sostegno al reddito, il pericolo concreto è che si registri un vero e proprio “assalto” agli uffici delle politiche sociali. Una comprensibile onda d’urto rispetto alla quale le amministrazioni sono impossibilitate a rispondere con uomini e mezzi adeguati, ed è questa una situazione alla luce del sole. Il Governo nazionale, scarica sugli enti locali l’onere della “presa in carico” degli utenti, dopo aver fatto il danno, mettendo a rischio la tenuta sociale del Paese.
La sospensione del reddito di cittadinanza riguarderà anche chi è abile al lavoro, ha tra i 18 e i 59 anni, e non ha figli minori a carico: per queste categorie sarebbe previsto il nuovo supporto per la formazione e il lavoro. Queste teoriche intenzioni si scontrano, però, con la dura realtà che si acuisce guardando alla Calabria: i centri per l’impiego sono oggetto di profonde riorganizzazioni di cui ancora non si intravedono i benefici, le offerte di lavoro sono sempre più esigue perché si produce sempre meno, e le politiche attive programmate dalla Regione non si sono dimostrate finora idonee a contenere questa emergenza. Insomma, con la sua decisione il governo della destra ha gettato la maschera e fatto capire da che parte realmente sta. Ha acuito le disuguaglianze, cancellato il concetto stesso di sostegno ai più deboli, aggredendo i poveri e non la povertà. Questa dura presa d’atto spiega perché il Partito Democratico si batterà affinché l’Esecutivo torni sui suoi passi e capisca che non possono essere sempre gli stessi a pagare per tutti. Meloni e i suoi, se non altro, sospendano l’esecutività del loro provvedimento e trovino altre soluzioni che non facciano tabula rasa senza distinzione alcuna all’interno della vasta area del bisogno”.
E’ quanto si legge in una nota della vicesindaco di Catanzaro, Giusy Iemma.