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A Scilla la presentazione de “Il Dio dello Stretto” di Vins Gallico, il noir che racconta la Reggio Calabria degli anni ’90

Sabato 24 giugno nella suggestiva piazzetta “Largo piano”, che quest’anno ospiterà un ricco calendario di incontri ed eventi con la rassegna culturale “Mentelocale 2023”, curata ed organizzata dalla biblioteca comunale “Antonia Assunta Paladino”, si è tenuta la presentazione dell’ultima opera di Vins Gallico, un noir dal titolo “Il Dio dello Stretto”, edito da Fandango Libri.

Lo scrittore, di origine reggina, ma che vive e opera nella capitale ormai da vent’anni, ha dialogato con il nostro Claudio Cordova, anche lui scrittore e direttore della testata giornalistica on line “il dispaccio”, esperto di fenomeni di criminalità organizzata a livello globale. Del resto il tema dell’opera di Vins esigeva il confronto con una voce di spessore, essendo il romanzo contestualizzato nella Reggio della guerra di ‘ndrangheta. Ad accogliere i presenti Valentina Muscinesi, responsabile comunale della biblioteca.

Molto vivace lo scambio di battute e tanta partecipazione dal pubblico. Vins Gallico ci ha raccontato la lunga gestazione, ma soprattutto la passione e il desiderio di scrivere della sua terra, anche raccontandone gli aspetti più oscuri, perché è vero che se guardi verso lo stretto resti ammaliato dai tramonti e dai colori, ma ammettere che accanto al bello purtroppo esiste anche ciò che lo rovina e deturpa deve servire a far sì che le generazioni avvenire possano fare meglio di chi li ha preceduti. Formare una coscienza civica. “A me hanno insegnato che non importa di quanti libri tu abbia letto quanti ne ricordi. L’importante è leggere e leggere tanto, poi, come in un setaccio da cercatore d’oro, sgrossando resterà la polvere più preziosa. Quello sarà il tesoro.”

Non ha perso l’occasione Vins di rievocare la figura a lui molto cara di un altro nostro conterraneo scomparso prematuramente e che tanto si è distinto negli ambienti intellettuali romani. Rocco Carbone che, come lui stesso provocatoriamente sottolineava, “quanti hanno conosciuto?” La scuola propone ancora autori e stereotipi desueti. Una narrazione della Calabria ormai superata e invece i nostri giovani avrebbero bisogno di conoscere altre prospettive e le nostre istituzioni dovrebbero ricordarsi di valorizzare questi nomi come meritano.

Alla fine Cordova ha proposto la sua personale intuizione rispetto all’identità di questo Dio dello Stretto e lo ha incarnato nel paesaggio, che nel bene e nel male fa da sfondo alle vicende del racconto. Concorde Vins Gallico con tale interpretazione. E a proposito di paesaggio tutto inizia guarda caso a Scilla e a Scilla si conclude questo romanzo che interroga le coscienze, intriso di tanta etica e secondo Claudio Cordova per certi versi filosofico.

Una serata coinvolgente come lo saranno le altre avvenire lungo tutto l’arco estivo. Chi ne ha voglia e piacere è il benvenuto a far #mentelocale. Per conoscere le date dei prossimi appuntamenti consultate il sito istituzionale del comune di Scilla oppure la pagina dei volontari della biblioteca che troverete su facebook.

Articolo a cura di Maurizio Mallamaci

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