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Gianni Scambia, un gentiluomo d’altri tempi

di Marco Panella* – Quando eserciti una professione difficile , devi saper cogliere le poche cose buone che il tuo lavoro ti da’. Conoscere Gianni Scambia , ma ancor più diventare suo amico, è sicuramente una delle cose più belle che mi sono capitate nel corso della mia carriera. Apprezzavo la sua figura sin dai tempi in cui ero abbonato alla Viola, poi ho iniziato a apprenderne meglio tutte le sfaccettature . Negli anni durante i quali l’ho assistito nel corso di quello che lui chiamava “Il Processo” (quante assonanze con Kafka!) ciò che mi ha colpito di più è stata la sua capacità di reagire ad ogni ingiustizia con signorilità , con un sorriso . La perfetta incarnazione dell’insegnamento biblico del porgere l’altra guancia . Io lo chiamavo affettuosamente “avvocato di fatto”, perché la quotidiana frequentazione delle aule di giustizia lo aveva reso esperto delle norme e della giurisprudenza ben più di molti colleghi . Quando purtroppo l’ho dovuto difendere di fronte al Tribunale di Sorveglianza, la funzionaria dell’UEPE lo definii “un gentiluomo d’altri tempi” . Quelle sono state le uniche parole che ho pronunciato di fronte al Tribunale per chiedere l’affidamento in prova .
Lui era la personificazione dell’ideale per cui mi sono iscritto a Legge, combattere contro ogni forma di ingiustizia, e per questo nel difenderlo in realtà mi riconciliavo anche con me stesso.

Mi mancheranno le sue mail alle 5 del mattino , ma soprattutto mi mancherà il suo viso sorridente ogni qual volta gli aprivo la porta dello studio .
Mi piace ricordarlo con la poesia che una volta gli ho dedicato , “Invictus”, perché durante tutti questi anni di ingiusta sofferenza giudiziaria, lui è stato sempre così, mai vinto.
Arrivederci Ingegnere, il suo amico

*Avvocato

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