Minacce e molestie ai danni della sua ex, un 30enne di Cosenza arrestato dai carabinieri di Rende. L’uomo era stato gia’ ammonito dal questore di Cosenza per le reiterate condotte di minaccia e molestia poste in essere nei confronti dell’ex compagna.
I militari dell’Arma, a seguito della denuncia presentate dalla donna, hanno ricostruito la tormentata relazione con l’indagato al quale era stata legata per circa sei anni. I due hanno anche un figlio. La vittima ha raccontato alle forze dell’ordine che il compagno era sempre stato aggressivo e violento e che era riuscita a tollerare questi comportamenti fino a qualche anno fa. Poi decise di lasciarlo trasferendosi con il bambino dai genitori.
Tuttavia, nonostante alcuni tentativi di riappacificazione e di ricostruzione della relazione, l’uomo avrebbe continuato a mostrare la propria aggressivita’ con comportamenti che inducevano la donna a troncare definitivamente ogni rapporto con il suo ex la scorsa estate. Da quel momento, l’uomo, che non aveva accettato la sua decisione, avrebbe iniziato a tormentarla senza sosta, con continue offese e turpiloqui, minacce e appostamenti.
E’ la paura della sua reazione che spinge la donna a non denunciare in un primo momento. Ma la donna aveva pero’ informato il suo legale con il quale aveva deciso di presentare una richiesta di ammonimento da parte del Questore, provvedimento emesso e notificato all’inizio dello scorso dicembre dal questore Michele Maria Spina. Ma l’uomo si sarebbe mostrato sempre piu’ aggressivo e molesto, continuando a tempestarla di telefonate e messaggi dal contenuto ingiurioso, minacciandola di morte e intimandole di ritirare le accuse nei suoi confronti.
Gli appostamenti avvenivano sotto casa, sul luogo di lavoro in cui l’uomo avrebbe intimidito i presenti e pure durante le uscite della donna. In un episodio in particolare l’uomo, individuata l’autovettura della vittima, si sarebbe appostato per attendere il suo ritorno per poi aggredirla fisicamente colpendola a mani nude dopo che la donna aveva chiesto a un’amica di riaccompagnare il figlio a casa.
Le condotte persecutorie hanno portato la donna all’esasperazione, cagionandole un perdurante e grave stato d’ansia tali da non presentarsi piu’ a lavoro ne’ accompagnare il figlio all’asilo per paura di poterlo incontrare. Le minacce venivano estese a chiunque sosteneva la donna, familiari, amici, persino il suo legale il quale, proprio nella notte di uno degli ultimi episodi di aggressione, ha subi’to l’incendio della porta d’ingresso del suo studio. Le indagini sono state coordinate dalla Procura. L’uomo e’ stato portato in carcere.