“Questa firma è più importante di quella per l’acquisto di un calciatore”. Lo ha detto il presidente della Reggina 1914, Marcello Cardona, in occasione della sottoscrizione in Prefettura di un Protocollo d’intesa tra la società calcistica, il Tribunale e la Procura per i minorenni e l’Ufficio servizio sociale e Comunità ministeriale per “la realizzazione di attività di sensibilizzazione ed azioni educative, di formazione professionale e socializzanti finalizzate alla piena attuazione delle funzioni di tutela dei minorenni e i giovani destinatari di provvedimenti giudiziari civili e penali”.
In base al Protocollo i ragazzi impegnati nel percorso di messa alla prova potranno essere impiegati, tra l’altro, in attività di manutenzione degli spazi verdi e dei locali in uso alla Reggina. Attività che potranno essere svolte sia in forma di volontariato che di tirocini lavorativi. I minorenni detenuti, grazie a questa intesa, avranno la possibilità di riabilitarsi attraverso lo svolgimento di servizi di volontariato in favore di persone con disabilità che frequentano lo stadio o affiancando il personale della Reggina per le varie attività connesse alle partite giocate in casa.
Il contenuto e le finalità del Protocollo sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa.
Secondo il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, ha detto che “il progetto va a vantaggio del territorio”. Lo stesso pensiero è stato espresso dal Procuratore dei minorenni, Roberto Di Palma, il quale, insieme al sostituto procuratore Giuseppe Creazzo e al procuratore generale Gerardo Dominijanni, ha illustrato i benefici che deriveranno dal protocollo: “Lo sport – ha detto Di Palma – è un volano importantissimo che aiuterà tanti ragazzi. Da tempo abbiamo cercato di incentivare il più possibile il percorso di messa alla prova. Condannare un minorenne per farlo entrare nel mondo dei maggiorenni con la targa di pregiudicato non giova a nessuno. Ecco perché ci siamo rivolti alla Reggina affinché i ragazzi possano collaborare in vari modi alle attività che sono collaterali allo sport in senso stretto”.
“Questo – ha sottolineato il Procuratore generale Dominijanni – è un nuovo momento della giustizia che non si sofferma solo all’aspetto repressivo ma apre alla società civile”.
“Siamo assolutamente a disposizione”, ha detto, da parte sua, il presidente Cadorna, secondo il quale “una società di calcio che vive in un contesto sociale particolare deve dare dei segnali importanti. È un dovere per una società come la nostra che vuole essere assolutamente accanto alle istituzioni e all’autorità giudiziaria”.