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“Cesare Pavese e le donne”: Giovanna Romanelli e Omar Pedrini a Brancaleone

Tra le novità di quest’anno del Pavese Festival, la tappa conclusiva di sabato 17 settembre Brancaleone, dove Cesare Pavese fu confinato tra il 1935 e il 1936. Prosegue così, sulle tracce del Mito, lo scambio tra le Langhe e questo angolo di Magna Grecia avviato con la terza stagione della serie Io vengo di là, dedicata ai luoghi pavesiani in Italia e nel mondo.

La giornata inizia alle ore 18,00 alla Biblioteca Comunale con l’incontro, organizzato dal Comune di Brancaleone con la collaborazione del Caffè Letterario Mario La Cava e di Rubbettino Editore, per la presentazione del libro

CESARE PAVESE E LE DONNE
di Giovanna Romanelli
Rubbettino Editore

Intervengono:
Luigi Franco
 – Direttore editoriale Rubbettino
Domenico Calabria – Presidente Caffè Letterario Mario La Cava
Pierluigi Vaccaneo – Direttore Fondazione Cesare Pavese

Parlare di Cesare Pavese, del suo rapporto con le donne e dell’amore in genere ci sembra oggi un tema di grande attualità, ancora poco esplorato e utile a illuminare zone d’ombra della sua poetica. Ricostruire le tappe salienti del percorso esistenziale del grande scrittore ci permette non solo di comprendere meglio la sua difficoltà a stabilire in amore rapporti duraturi e stabili, ma anche di osservarne il riflesso nelle sue opere, nei romanzi e nelle poesie. Infatti, vita e letteratura si snodano lungo un medesimo percorso, che parla di tutti noi e i temi da lui affrontati, ancora oggi vivi e vitali, ci inducono a interrogarci e a riflettere sul nostro modo di stare al mondo.

In Pavese l’amore perduto, l’amore deluso, la sua lontananza si trasforma in una ferita incancellabile, che dà dolore ma, al tempo stesso, porta in sé la consolazione del ricordo perché l’«uomo mortale, Leucò, non ha che questo d’immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo».

Giovanna Romanelli
Laureata in Lettere classiche presso l’Università Cattolica di Milano, ha conseguito la specializzazione in critica letteraria e artistica e ha collaborato al progetto IRIDE presso la medesima università. Ha insegnato Langue, culture et civilisation italienne presso
la Sorbonne (Paris III), è stata membro del comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese e presidente della giuria del Premio Letterario che dello scrittore porta il nome. È autrice di diversi saggi e ha tradotto testi critici dalla lingua francese. Per Rubbettino ha tradotto e curato Jacques Beaudry, Cesare Pavese. L’uomo del fato (2011) e pubblicato I dialoghi con Leucò e il labirinto della vita. Immagini di Enrico Savi
(2013).

Alle ore 21,30 l’evento di chiusura, organizzato dalla Fondazione Cesare Pavese con il patrocinio del Comune di Santo Stefano Belbo:

ON THE ROAD
In viaggio verso l’occidente di Cesare Pavese

Omar Pedrini con Davide Apollo – Voce
Simone Zoni – Chitarra elettrica, nel Trio elettroacustico
Con la partecipazione di Gipeto

Omar Pedrini porta a Brancaleone il suo reading-concerto dedicato alla passione di Pavese per la cultura e la letteratura americana.

Pedrini proporrà un inedito parallelo tra il percorso pavesiano e la beat generation, tra “il Middle West e il Piemonte”, per usare le parole usate da Cesare Pavese in La letteratura americana e altri saggi. Un viaggio musicale alla scoperta delle ambientazioni dei grandi narratori americani, da Sherwood Anderson a Hermann Melville passando per Dos Passos e Whitman, Faulkner e Lee Masters: scrittori che hanno narrato l’America dell’industrializzazione e dello spopolamento delle campagne. Quell’America letteraria che per Pavese diventa un contenitore di storie e un ricchissimo laboratorio linguistico ideale per la costruzione del proprio stile e dei propri personaggi.

Ad accompagnarlo sul palco, Simone Zoni e Davide Apollo con la partecipazione speciale di Gipeto.

Omar Pedrini
È uno dei massimi esponenti della musica rock italiana. Indimenticabile ai tempi dei Timoria al fianco di Francesco Renga, originale nella sua carriera da solista.
Inizia a capire che forse la musica fa inevitabilmente parte del suo destino quando al liceo si ritrova come professore, anzi supplente, Roberto Vecchioni. E in effetti lui, ancora adolescente, viene messo di fronte alla prima scelta importante della sua vita: una chitarra o un motorino. La scelta ricadde inevitabilmente sulla prima e, nonostante le prese in giro dei compagni di scuola, oggi rifarebbe la stessa scelta. Fortunatamente.
Alla fine degli anni Novanta Francesco Renga lascia i Timoria e Pedrini sale ufficialmente in cattedra. Da cantante Pedrini dà una nuova sfumatura alla musica dei Timoria, rispolverando il rock che aveva caratterizzato il gruppo nei suoi primi anni, poi, sull’onda del successo, l’inizio della carriera da solista e un nuovo capitolo della sua incredibile vita di artista.

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