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Tragedia a Crotone, USB-Rete Iside Onlus: “Nei porti manca sicurezza, introdurre reato di omicidio sul lavoro”

“Nel pomeriggio di mercoledì 31 agosto il porto di Crotone è stato scosso da una terribile esplosione avvenuta all’interno di un rimorchiatore battente bandiera maltese, che ha ucciso 3 lavoratori, mentre un quarto è stato ricoverato in gravi condizioni. Da tempo come Unione Sindacale di Base e Rete Iside Onlus denunciamo la strage di lavoratori nei porti italiani, uno dei settori lavorativi più a rischio ma che riveste un’importanza strategica nella catena del valore e dell’accumulazione di capitali: la movimentazione delle merci, infatti, ha negli scali portuali uno dei suoi snodi principali, in particolare nel nostro Paese”. E’ quanto si legge in una nota di Unione Sindacale di Base e Rete Iside Onlus.

“Ridurre all’osso i tempi di lavoro in ogni settore del lavoro portuale, non soltanto nel carico scarico delle merci, è diventato un mantra che si ripete a scapito della salute e della sicurezza dei lavoratori. A questo si aggiungono sistematiche mancanze nelle manutenzioni, in particolare di sistemi di sicurezza essenziali, viste come un costo da ridurre a scapito delle vite di chi, poi, si troverà ad operare con macchinari ed ambienti che niente hanno di sicuro”, si legge ancora nella nota. “Ai familiari e ai compagni di lavoro delle vittime di questo ennesimo omicidio va tutta la nostra solidarietà: salute e sicurezza sul lavoro in Italia vengono costantemente sacrificate in nome del profitto. Per questo siamo convinti che serva uno strumento di deterrenza, introducendo nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro”, conclude la nota.

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