“La vicenda dell’accordo tra la Regione e la società interinale caraibica che dovrebbe portare 500 medici cubani dalle nostre parti sta producendo, come temevo, più problemi che soluzioni fino a portarci sulle pagine del Times che gridano vendetta per le offese contenute. Non si capisce il come e il perché di una scelta che appare sbagliata sia nella forma sia nella sostanza. Sono tantissime le domande che non hanno trovato fino ad oggi una risposta.
Dal punto di vista formale come è stata scelta questa società cubana? Sono state rispettate tutte le norme che sono decisamente restrittive per far lavorare personale medico straniero sul suolo italiano? E poi nell’accordo si parla di emergenza Covid e non è affatto vero. Se si vogliono assumere dei medici, la procedura di selezione non può essere rivolta solo agli stranieri ma devono poter partecipare anche gli italiani mentre qui i colleghi sono strati selezionati, e non sappiamo con quale metro di misura, dalla stessa società che li ha assunti per portarli in Italia. Esistono dei punti inalienabili che la legge impone che non sono stati rispettati. Per esercitare in Italia con laurea all’estero è necessario un percorso che passa attraverso il Ministero della Sanità tramite un asseveramento (una verifica del percorso di studio e la comparabilità con quello della nazione ricevente). Ci vuole quindi l’iscrizione all’Ordine dei medici la doppia iscrizione).
In alcune nazioni è necessario un esame di lingua con una stratificazione minima, almeno il C1. Non credo sia possibile in 15 giorni risolvere questi problemi. Ma le perplessità non si fermano solo all’aspetto formale, dal punto di vista della sostanza, il nostro Commissario dice che ha dovuto far ricorso a questa procedura perché i concorsi banditi sono andati deserti ma non risulta che la Regione abbia bandito concorsi per 500 posti e i vari sindacati dei medici Anaoo, le altre sigle di categoria e lo stesso Ordine dei medici di Cosenza hanno smentito questa tesi, anzi, secondo i dati forniti dall’Anaoo, solo con gli specializzandi presenti a Germaneto si sarebbe potuto risolvere il problema senza far ricorso ai colleghi cubani, ai quali va il nostro ringraziamento per la loro disponibilità, la questione non riguarda loro, ci mancherebbe, ma il tema è delicato e bisogna vagliare tutti gli aspetti, da quelli che riguardano la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori sanitari, alle procedure legali per evitare che qualcuno alla prima ricetta impugni tutto e faccia ricorso alla magistratura.
La presa di posizione nettamente contraria a questa decisione di numerosi amministratori e di colleghi medici rafforza l’idea che si è intrapresa la strada sbagliata. Il problema è strutturale e va risolto con una strategia pensata e non pescando in giro per il mondo professionalità che noi abbiamo, sia qua da noi, sia fuori Regione, basta mettere in atto le giuste procedure per immetterli sul campo e attrarre chi è andato fuori. Ci sono idee, professionalità e progetti seri per risolvere i problemi che ha la Sanità pubblica calabrese. Basta utilizzare tutti gli strumenti già esistenti, perché la Regione non risponde alla mia interrogazione depositata molte settimane fa sull’utilizzo degli specializzandi? Abbiamo proposto un piano straordinario di formazione per le professioni sanitarie a partire dai medici. Partiamo da qui Commissario Occhiuto e eviteremo anche di finire sul Times, coprendoci di vergogna”. Lo scrive Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale.