“Stop alla violenza! Rispetta chi ti cura! Il diritto alla salute passa attraverso il rispetto della dignità’ di chi lavora. Dopo l’ennesimo episodio di aggressione, consumata questa volta nei confronti di un primario al Pronto soccorso di Lamezia Terme, al quale esprimo la mia solidarietà, oggi c’è bisogno di rilanciare con forza un messaggio di vicinanza a chi lavora in prima linea negli ospedali e nelle postazioni di continuità assistenziale, condannando fermamente gesti e comportamenti inaccettabili, così come ogni forma di violenza.
Di questo tema si era parlato approfonditamente in occasione del talk organizzato, su mia iniziativa, lo scorso gennaio a Palazzo de Nobili con rappresentanti istituzionali, dirigenti sanitari e sigle sindacali. Il problema sicurezza in ambito sanitario deve essere affrontato secondo due direttrici, quello del controllo e della pena, e quello, da affrontare a monte, del livello organizzativo, oggi fortemente compromesso dai tagli alla spesa pubblica che penalizza i servizi. Per decongestionare il carico di lavoro e di stress nei Pronto soccorso, occorre rafforzare i presidi di medicina territoriale nell’ottica di quella prossimità che i sindaci invocano per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Naturalmente, gli interventi per migliorare il livello di sicurezza e di serenità in questi particolari ambienti di lavoro, a mio parere, devono essere approntati a 360 gradi. Occorre implementare il personale in servizio, ridotto al lumicino, e pensare anche ad un nuovo supporto ai medici in turno attraverso, per esempio, l’istituzione della figura di un “flussista”, adeguatamente formato, in grado di gestire tutti gli aspetti legati alla presa in carico dei pazienti, che curi il rapporto con l’utenza e la famiglia. D’altro canto, diventa prioritario rafforzare gli strumenti operativi di cui si avvalgono le forze dell’ordine. Si può rilanciare la proposta di un sistema di video sorveglianza, gestito da remoto in diretto collegamento con le centrali di polizia, o di teleallarme in modo che l’operatore si senta, comunque, al sicuro. Soluzioni che bisogna prendere subito in considerazione, attraverso l’impegno di tutti gli enti preposti, così da fornire un valido deterrente contro ingiustificati e condannabili episodi di violenza a danno del personale medico e sanitario. Non si può più rimandare”.
Di questo tema si era parlato approfonditamente in occasione del talk organizzato, su mia iniziativa, lo scorso gennaio a Palazzo de Nobili con rappresentanti istituzionali, dirigenti sanitari e sigle sindacali. Il problema sicurezza in ambito sanitario deve essere affrontato secondo due direttrici, quello del controllo e della pena, e quello, da affrontare a monte, del livello organizzativo, oggi fortemente compromesso dai tagli alla spesa pubblica che penalizza i servizi. Per decongestionare il carico di lavoro e di stress nei Pronto soccorso, occorre rafforzare i presidi di medicina territoriale nell’ottica di quella prossimità che i sindaci invocano per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Naturalmente, gli interventi per migliorare il livello di sicurezza e di serenità in questi particolari ambienti di lavoro, a mio parere, devono essere approntati a 360 gradi. Occorre implementare il personale in servizio, ridotto al lumicino, e pensare anche ad un nuovo supporto ai medici in turno attraverso, per esempio, l’istituzione della figura di un “flussista”, adeguatamente formato, in grado di gestire tutti gli aspetti legati alla presa in carico dei pazienti, che curi il rapporto con l’utenza e la famiglia. D’altro canto, diventa prioritario rafforzare gli strumenti operativi di cui si avvalgono le forze dell’ordine. Si può rilanciare la proposta di un sistema di video sorveglianza, gestito da remoto in diretto collegamento con le centrali di polizia, o di teleallarme in modo che l’operatore si senta, comunque, al sicuro. Soluzioni che bisogna prendere subito in considerazione, attraverso l’impegno di tutti gli enti preposti, così da fornire un valido deterrente contro ingiustificati e condannabili episodi di violenza a danno del personale medico e sanitario. Non si può più rimandare”.
Così, in una nota stampa, la Vicesindaca e Presidente assemblea regionale Pd, Giusy Iemma.