Un’idea che continua e una tradizione che conferma il fascino della canzone napoletana. Ieri sera la Nuova Orchestra Italiana, ha conquistato il pubblico dell’Anfiteatro del Parco Mitoio di Lamezia Terme con un concerto, organizzato da AMA Calabria, durato circa tre ore, durante il quale è stato impossibile non abbandonarsi ai ritmi proposti da musicisti che sono i veri ambasciatori della musica partenopea nel mondo.
Pur se privi della presenza di Renzo Arbore, poco è cambiato della creatura da lui concepita. La Nuova Orchestra Italiana non ha abbandonato l’idea di eseguire canzoni del vasto patrimonio musicale napoletano con arrangiamenti raffinati, che conferiscono un tocco internazionale, mai rinnegando il passato e mantenendo un pieno rispetto della partitura originale.
Introdotti da un video-tributo, nel buio del palcoscenico i 14 componenti dell’Orchestra guardano le immagini di un passato che ancora gli appartiene. Ogni frammento rappresenta la loro storia e i successi ottenuti in ogni angolo del mondo. Non solo ricordi, ma un vero punto dal quale ripartire come si evince dal titolo del concerto: “Napoli, tre punti a capo”.
Le luci accese scacciano la nostalgia del passato e Gianni Conte, Barbara Buonaiuto, Giovanni Imparato, Massimo Volpe, Giordano Esposito, Michele Montefusco, Marco Manusso, Nicola Cantatore, Peppe Sannino, Roberto Ciscognetti, Massimo Cecchetti, Raffaele La Ragione, Salvatore Esposito e Salvatore della Vecchia si impadroniscono della scena. Al loro fianco c’è un pubblico composto da generazioni diverse, che non si limita a battere le mani ma, quando sollecitato, canta e si emoziona. Ad inizio concerto Barbara Buonaiuto, a nome di tutti i musicisti, si è soffermata sulla figura di Gennaro Pollice, deceduto lo scorso anno, al quale ha dedicato il concerto.
Esaltazione e commozione si sono alternate per tutto l’esibizione quando la Nuova Orchestra Italiana esegue capolavori come “Luna rossa”, “Maruzzella”, “Torna a Surriento”, “Era de Maggio”, “‘O paese d”o sole”, Pigliate ‘na pastiglia”, “Comme facette mammeta”, insieme alle più recenti composizioni “Cocorito” e “Aummo aummo”.
Trascinante la versione di “‘O Sarracino”, in cui Gennaro Esposito si è esibito in un rap, mostrando grande attitudine con un genere moderno che si lega perfettamente al brano di Renato Carosone. Il figlio del compianto Beniamino Esposito, ha anche cantato “Insalata ‘e mare”, brano composto dal padre.
Nonostante gli arrangiamenti della Nuova Orchestra Italiana, come da consuetudine, impreziosiscano ogni brano con contaminazioni di elementi blues, swing, con sonorità africane, arabe, affini a quelle più tipiche partenopee, e della black music di New Orleans, l’intento è di rimanere fedeli alla tradizione. Un continuo cross over che ha vissuto momenti di grande intensità quando Barbara Buonaiuto ha eseguito in modo sublime “Voce ‘e notte” e a seguire con grande intensità e passione Gianni Conte ha cantato “Dicitencello vuje”. Due momenti che hanno sprigionato grandi emozioni.
Attimi che hanno lasciato spazio a “Cocorito”, che infiamma la platea con un lungo assolo di batteria e percussioni. Giovanni Imparato, Peppe Sannino e Roberto Ciscognetti si alternano riportando alla mente i live set di Santana negli anni Settanta. Un divertimento che ha trovato un logico finale nel bis con il tributo che la Nuova Orchestra Italiana ha voluto dedicare a Renzo Arbore. L’inatteso medley “Vengo dopo il TG/La vita è tutta un quiz/Cacao meravigliao” sembrava aver chiuso una serata da incorniciare.
Con grande sorpresa le note di “Everybody’s talkin'”, di Fred Neil, vengono suonate da Marco Manusso. Il testo inglese sembrava un fuori programma, ma era solo un modo per introdurre in maniera originale “O’ surdato ‘nnamurato”. Il pubblico si è lasciato andare definitivamente, partecipando attivamente battendo le mani e cantando uno dei ritornelli più accattivanti ed emozionanti della musica internazionale. Applausi e cori hanno lasciato spazio a una standing ovation in un euforico finale durante il quale la Nuova Orchestra Italiana ha confermato di aver aperto un nuovo capitolo della sua gloriosa storia.