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Il questore di Crotone al 172esimo anniversario fondazione Polizia di Stato: “Contro ‘ndrangheta c’è ancora molto da fare”

“Nella nostra provincia é ancora forte la presenza della criminalità organizzata, che agisce e prospera con i proventi del traffico di droga, delle estorsioni, dell’usura e di altre attivita’ illecite. Dobbiamo essere consapevoli che, in questo senso, c’e’ ancora molto da fare nel nostro territorio”. É questo uno dei passaggi più significativi dell’intervento fatto dal questore di Crotone, Marco Giambra, nel corso della manifestazione organizzata in occasione del 172esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato.

“Le forze dell’ordine, la magistratura e le altre istituzioni – ha aggiunto il Questore – fanno la loro parte e profondono grandi sforzi nell’azione di contrasto alla ‘ndrangheta con azioni concrete, ma è necessario che scenda in campo la società civile. Approfitto di questo momento celebrativo per ribadire quanto già detto in altre occasioni: in questo territorio è necessaria una presa di coscienza collettiva, in quanto i buoni propositi non bastano perché c’è bisogno di fatti concreti. È necessario che le persone oneste, le vittime e tutti coloro che subiscono l’arroganza e la prepotenza della ‘ndrangheta abbandonino l’atteggiamento di apatia, di indifferenza e di rassegnazione e si ribellino con atti concreti, denunciando il malaffare e tutte le azioni vessatorie che subiscono. E mi preme evidenziare che, su questo fronte, qualcosa finalmente si muove: mi riferisco alla recente operazione contro la ‘ndrangheta effettuata a Cutro dalla Squadra mobile, con l’arresto di alcuni esponenti della cosca locale. Una vicenda che assume un significato straordinario non solo perché alcuni imprenditori hanno deciso di denunciare le estorsioni a cui erano sottoposti, evento rarissimo in questa provincia, ma soprattutto perché la società civile é scesa in piazza, manifestando solidarietà alle vittime. Fatto assolutamente inedito in questi territori. Questo significa, indubbiamente, che il muro di omerta’ che connota le vicende di mafia comincia a mostrare delle crepe. E significa anche che la gente é stanca di questa cappa asfissiante che incombe su questi luoghi. L’auspicio é che questa fessura, determinata dal coraggio di questi imprenditori, possa allargarsi sempre più per fare in modo che questo territorio possa liberarsi definitivamente dalla presenza della criminalita’ organizzata. Per questo, bisogna far quadrato attorno a questi esemplari cittadini che si sono ribellati al giogo mafioso. É necessario che tutti, comprese le associazioni di categoria, si stringano attorno a loro non formalmente, ma con i fatti, che si traducono nel fare opera di proselitismo tra gli altri imprenditori, anche attraverso la costituzione di una associazione antiracket, affinché il coraggio dimostrato da pochi diventi virale”.

“La speranza – ha detto ancora Giambra – é che in questo territorio si verifichi un”epidemia di coraggio’ e che si realizzi un ‘contagio del coraggio’ per fare in modo che queste denunce non rimangano un fatto isolato, ma possano costituire per le altre vittime lo stimolo per una ribellione contro la ‘ndrangheta. Occorre quindi, collaborazione sostanziale da parte dei cittadini. Non voltarsi dall’altra parte, ma segnalare e denunciare alle autorità qualsiasi forma di illegalità e di prevaricazione proveniente non solo dalla criminalità organizzata ma anche da quella comune”.

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