“Scambio elettorale politico- mafioso” e “influenza del gruppo criminale sull’ amministrazione comunale di Cerva in occasione delle elezioni del 2017, mediante il procacciamento di voti per alcuni degli indagati, all’epoca candidati ed eletti in quella tornata, poi riconfermati nelle consultazioni del 2022, in cambio della promessa di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici”.
Sono alcuni degli aspetti emersi dall’operazione “Karpanthos”, dal nome attribuito nell’antichità al comune di Petronà, dove agiva la cosca principale, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all’esecuzione di 44 arresti in tutta l’Italia ed alla notifica di 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
Dalle indagini è emerso che il gruppo criminale sgominato con l’operazione, operante nei territori di Petronà e Cerva e con stabili ramificazioni nelle province di Lecco, Genova e Torino, aveva a disposizione “entrature nella pubblica amministrazione”.
Coinvolto anche un dipendente dell’Agenzia delle entrate che si sarebbero messo a disposizione di un affiliato, manifestando la propria disponibilità a ricevere dei falsi, riguardanti proprietà dello stesso presunto affiliato, per evitare che incorresse in sanzioni o che dovesse pagare l’Imu, ottenendo in cambio la promessa di favori di varia natura. Dalle risultanze investigative è emerso il ruolo della presunta cosca di ‘Ndrangheta ‘Carpino’ di Petronà, coinvolta in passato in una faida ed attiva nella presila catanzarese, con ramificazioni in Liguria e Lombardia, nonché dell’alleato gruppo criminale di Cerva, detto dei Cervesi, con estensioni in Piemonte e Lombardia, entrambi ora ricadenti sotto l’influenza del “locale” di Mesoraca.
Le consorterie criminali, secondo quanto é emerso, erano dedite principalmente alle estorsioni ai danni degli imprenditori edili e dei commercianti della zona, attuate mediante incendi e danneggiamenti, alle rapine a mano armata, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, al traffico di cocaina e di marijuana, con differenti canali di approvvigionamento, riconducibili comunque a persone di Cutro e Mesoraca.