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Catanzaro, a Renato Nisticò sarà intitolata la panchina all’ingresso della Biblioteca comunale “F. De Nobili”

Giovedì 24 agosto, alle ore 18.30, l’Amministrazione Comunale di Catanzaro renderà omaggio a Renato Nisticò, bibliotecario della Scuola Normale Superiore di Pisa, poeta e critico letterario catanzarese scomparso a febbraio del 2019. In suo onore sarà intitolata la panchina situata all’ingresso della Biblioteca comunale “F. De Nobili”.
Alla manifestazione parteciperanno Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, Paolo Malacarne, medico anestesista Ospedale Cisanello – Pisa, Vito Teti, antropologo. Inoltre, verranno letti alcuni testi di Renato Nisticò e la serata sarà accompagnata dalle musiche di Ettore Castagna. Sarà dato spazio anche a testimonianze di amici e colleghi di Renato Nisticò.
Renato Nisticò nato il 1° marzo 1960 a Catanzaro è qui cresciuto, impegnandosi fin da giovane nel mondo culturale con esperienze letterarie e documentaristiche. Conseguita la maturità classica al Liceo Galluppi, dopo la laurea in Lettere ha frequentato un dottorato di ricerca in Scienze letterarie all’Università della Calabria, seguito da un assegno di ricerca e da una lunga collaborazione con l’Ateneo calabrese. Ha lavorato come bibliotecario alla Scuola Normale Superiore di Pisa dal 1989 al 2010. I suoi studi hanno ruotato attorno al tema delle biblioteche nelle opere di finzione, fulcro della monografia La biblioteca (Laterza 1999), al realismo in letteratura (La realtà, il paradosso e la critica. Saggi di letteratura contemporanea, Catanzaro, Pullano, 1994), alla critica letteraria, alla letteratura calabrese (“Fuori dal mondo”. Geografia e storia della letteratura calabrese contemporanea, in Storia della Calabria moderna e contemporanea, Gangemi 1997), alla poesia del Novecento e a Vittorio Sereni (Nostalgia di presenze. La poesia di Sereni verso la prosa, Manni 1998). Ha scritto saggi importanti su Montale, Consolo, Meneghello, Morselli, Volponi, De Vita, Pagnanelli, La Cava (di quest’ultimo ha curato per Donzelli Caratteri, La melagrana matura, Colloqui con Antonuzza, Le memorie del vecchio maresciallo). Ha curato lemmi selezionati del Dizionario dei temi letterari (Utet, 2007) diretto da Remo Ceserani. Centrale nelle sue ricerche è il rapporto tra letteratura e antropologia, a cui ha dedicato negli anni molti saggi che sarebbero dovuti confluire nella progettata monografia Antropologia dell’autore letterario, tra i quali Presenza e apocalisse. Il contributo di De Martino alla teoria antropologica della letteratura (2001), di recente ripubblicato in una miscellanea (Carocci 2021). Al tema antropologico si lega anche l’ultimo saggio edito, l’introduzione a Paul-Louis Courier, Un’avventura in Calabria, da lui stesso tradotto, e curato con Vito Teti (Vibo Valentia, Adhoc edizioni 2018). Come bibliotecario della Scuola Normale di Pisa si è occupato delle collezioni di filosofia e di letteratura, con lavori di analisi e di ricerca (in particolare lo studio del fondo Alessandro Torri).
Non meno rilevante la sua attività di poeta e narratore. È del 2006 il romanzo L’Arcavacànte, grande affresco politico e allegorico della stagione del terrorismo degli anni Settanta, che racconta la sua formazione universitaria nel Campus di Arcavacata, mentre al 2001 e 2017 risalgono le due raccolte di poesia, Regno mobile (Mobydick) e Attenti caduta metafore (Donzelli). A quest’ultimo, che raccoglie testi inediti di un lungo periodo, Renato, affetto da Sclerosi laterale amiotrofica per oltre un decennio, affida la propria resistenza al male attraverso la parola.
Renato Nisticò è morto il 22 febbraio 2019 a Pisa, dove ha vissuto per più di trent’anni. Sul monte Serra, in località “Le Porte” del Comune di Calci (PI) gli è già stata dedicata nell’ottobre 2019 la “Panchina dell’amore”, sull’altura dove lo sguardo abbraccia la piana pisana fino al mare.
Renato Nisticò nato il 1° marzo 1960 a Catanzaro è qui cresciuto, impegnandosi fin da giovane nel mondo culturale con esperienze letterarie e documentaristiche. Conseguita la maturità classica al Liceo Galluppi, dopo la laurea in Lettere ha frequentato un dottorato di ricerca in Scienze letterarie all’Università della Calabria, seguito da un assegno di ricerca e da una lunga collaborazione con l’Ateneo calabrese. Ha lavorato come bibliotecario alla Scuola Normale Superiore di Pisa dal 1989 al 2010. I suoi studi hanno ruotato attorno al tema delle biblioteche nelle opere di finzione, fulcro della monografia La biblioteca (Laterza 1999), al realismo in letteratura (La realtà, il paradosso e la critica. Saggi di letteratura contemporanea, Catanzaro, Pullano, 1994), alla critica letteraria, alla letteratura calabrese (“Fuori dal mondo”. Geografia e storia della letteratura calabrese contemporanea, in Storia della Calabria moderna e contemporanea, Gangemi 1997), alla poesia del Novecento e a Vittorio Sereni (Nostalgia di presenze. La poesia di Sereni verso la prosa, Manni 1998). Ha scritto saggi importanti su Montale, Consolo, Meneghello, Morselli, Volponi, De Vita, Pagnanelli, La Cava (di quest’ultimo ha curato per Donzelli Caratteri, La melagrana matura, Colloqui con Antonuzza, Le memorie del vecchio maresciallo). Ha curato lemmi selezionati del Dizionario dei temi letterari (Utet, 2007) diretto da Remo Ceserani. Centrale nelle sue ricerche è il rapporto tra letteratura e antropologia, a cui ha dedicato negli anni molti saggi che sarebbero dovuti confluire nella progettata monografia Antropologia dell’autore letterario, tra i quali Presenza e apocalisse. Il contributo di De Martino alla teoria antropologica della letteratura (2001), di recente ripubblicato in una miscellanea (Carocci 2021). Al tema antropologico si lega anche l’ultimo saggio edito, l’introduzione a Paul-Louis Courier, Un’avventura in Calabria, da lui stesso tradotto, e curato con Vito Teti (Vibo Valentia, Adhoc edizioni 2018). Come bibliotecario della Scuola Normale di Pisa si è occupato delle collezioni di filosofia e di letteratura, con lavori di analisi e di ricerca (in particolare lo studio del fondo Alessandro Torri).
Non meno rilevante la sua attività di poeta e narratore. È del 2006 il romanzo L’Arcavacànte, grande affresco politico e allegorico della stagione del terrorismo degli anni Settanta, che racconta la sua formazione universitaria nel Campus di Arcavacata, mentre al 2001 e 2017 risalgono le due raccolte di poesia, Regno mobile (Mobydick) e Attenti caduta metafore (Donzelli). A quest’ultimo, che raccoglie testi inediti di un lungo periodo, Renato, affetto da Sclerosi laterale amiotrofica per oltre un decennio, affida la propria resistenza al male attraverso la parola.
Renato Nisticò è morto il 22 febbraio 2019 a Pisa, dove ha vissuto per più di trent’anni. Sul monte Serra, in località “Le Porte” del Comune di Calci (PI) gli è già stata dedicata nell’ottobre 2019 la “Panchina dell’amore”, sull’altura dove lo sguardo abbraccia la piana pisana fino al mare.
Renato Nisticò nato il 1° marzo 1960 a Catanzaro è qui cresciuto, impegnandosi fin da giovane nel mondo culturale con esperienze letterarie e documentaristiche. Conseguita la maturità classica al Liceo Galluppi, dopo la laurea in Lettere ha frequentato un dottorato di ricerca in Scienze letterarie all’Università della Calabria, seguito da un assegno di ricerca e da una lunga collaborazione con l’Ateneo calabrese. Ha lavorato come bibliotecario alla Scuola Normale Superiore di Pisa dal 1989 al 2010. I suoi studi hanno ruotato attorno al tema delle biblioteche nelle opere di finzione, fulcro della monografia La biblioteca (Laterza 1999), al realismo in letteratura (La realtà, il paradosso e la critica. Saggi di letteratura contemporanea, Catanzaro, Pullano, 1994), alla critica letteraria, alla letteratura calabrese (“Fuori dal mondo”. Geografia e storia della letteratura calabrese contemporanea, in Storia della Calabria moderna e contemporanea, Gangemi 1997), alla poesia del Novecento e a Vittorio Sereni (Nostalgia di presenze. La poesia di Sereni verso la prosa, Manni 1998). Ha scritto saggi importanti su Montale, Consolo, Meneghello, Morselli, Volponi, De Vita, Pagnanelli, La Cava (di quest’ultimo ha curato per Donzelli Caratteri, La melagrana matura, Colloqui con Antonuzza, Le memorie del vecchio maresciallo). Ha curato lemmi selezionati del Dizionario dei temi letterari (Utet, 2007) diretto da Remo Ceserani. Centrale nelle sue ricerche è il rapporto tra letteratura e antropologia, a cui ha dedicato negli anni molti saggi che sarebbero dovuti confluire nella progettata monografia Antropologia dell’autore letterario, tra i quali Presenza e apocalisse. Il contributo di De Martino alla teoria antropologica della letteratura (2001), di recente ripubblicato in una miscellanea (Carocci 2021). Al tema antropologico si lega anche l’ultimo saggio edito, l’introduzione a Paul-Louis Courier, Un’avventura in Calabria, da lui stesso tradotto, e curato con Vito Teti (Vibo Valentia, Adhoc edizioni 2018). Come bibliotecario della Scuola Normale di Pisa si è occupato delle collezioni di filosofia e di letteratura, con lavori di analisi e di ricerca (in particolare lo studio del fondo Alessandro Torri).
Non meno rilevante la sua attività di poeta e narratore. È del 2006 il romanzo L’Arcavacànte, grande affresco politico e allegorico della stagione del terrorismo degli anni Settanta, che racconta la sua formazione universitaria nel Campus di Arcavacata, mentre al 2001 e 2017 risalgono le due raccolte di poesia, Regno mobile (Mobydick) e Attenti caduta metafore (Donzelli). A quest’ultimo, che raccoglie testi inediti di un lungo periodo, Renato, affetto da Sclerosi laterale amiotrofica per oltre un decennio, affida la propria resistenza al male attraverso la parola.
Renato Nisticò è morto il 22 febbraio 2019 a Pisa, dove ha vissuto per più di trent’anni. Sul monte Serra, in località “Le Porte” del Comune di Calci (PI) gli è già stata dedicata nell’ottobre 2019 la “Panchina dell’amore”, sull’altura dove lo sguardo abbraccia la piana pisana fino al mare.
 
 
 
 
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