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“Blu notte”, la successione del nipote all’anziano boss Bellocco. I brindisi in calabrese per le nuove affiliazioni

L’indagine “ha permesso in primo luogo di individuare il cambio al vertice della cosca” Bellocco, con il “passaggio di mano” dal “patriarca” della cosca al giovane nipote. E’ quanto emerge dall’operazione ‘Blu Notte’ eseguita dai carabinieri di Gioia Tauro in 16 province italiane che ha portato all’arresto di 78 persone per associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravati dalle finalità mafiose.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda reggina guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, ha evidenziato che per quasi 50 anni la leadership della cosca Bellocco era stata riconosciuta al vecchio patriarca Umberto Bellocco, alias ‘Assi i mazzi’, deceduto il 22 ottobre scorso all’età di 85 anni e al quale, evidenziano gli investigatori, viene ricondotta anche la nascita della Sacra Corona Unita pugliese (fatta risalire alla notte di Natale del 1981 all’interno del carcere di Bari).

Nelle intercettazioni captate dai carabinieri viene registrato il ‘passaggio di mano’ all’omonimo nipote 29enne Umberto Bellocco, alias ‘Chiacchera’, figlio di Giuseppe Bellocco, che ha dimostrato, stando a quanto emerso, di avere la completa gestione del sodalizio e il conseguente controllo di tutti i consociati. Umberto, fratello di Domenico Bellocco detto anche ‘Mico u lungu’, dà prova, secondo gli inquirenti, di essere un leader temuto: le persone ammesse a confrontarsi con lui hanno esternato sempre atteggiamenti ossequiosi ed accondiscendenti, dimostrando il loro assoggettamento. Ed è ancora lui che, in continuità con il pensiero del proprio predecessore (come rilevato nel corso dell’indagine Sant’Anna del 2014), dà prova di essere determinato a far diventare la sua associazione dominante rispetto alle altre.

E’ stato possibile documentare “l’affiliazione di due nuovi consociati” alla cosca Bellocco “ed i conseguenti festeggiamenti, nonostante alcune frizioni che minavano gli equilibri interni, per l’ingresso nell’ ‘onorata società’ dei ‘nuovi arrivati'”. Singolare, sottolineano gli investigatori, è stato il brindisi con il quale un anziano della consorteria, davanti ai nuovi adepti e agli alti ranghi della cosca, ha voluto esaltare quel momento di vita associativa pronunciando la frase: ‘E’ cadda…è fridda…e cala comu nenti, a saluti nostra e di novi componenti'” (“è calda, è fredda e scende come niente, alla salute nostra e dei nuovi componenti”). Affiliazioni effettuate con l’avallo di un altro esponente di vertice recluso nel carcere di Saluzzo (Cuneo), il cui benestare è stato concesso attraverso l’utilizzo di un telefono detenuto in violazione delle norme e di uno degli esponenti della cosca Bellocco riconducibile al ramo dei “Testazza”. Il tutto, spiegano gli inquirenti, nell’ottica di partecipare il concetto unitario di cosca, che implicitamente ha amplificato la forza di intimidazione, creando le condizioni di assoggettamento delle popolazioni e ponendo le basi per stabilire quel rapporto di sudditanza psicologica posto a fondamenta delle imposizioni mafiose.

 

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