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Lillo Foti a Reggina Talk: “Chi è al comando deve valutare le cose con grande attenzione”

di Paolo Ficara – Scafatese e Siracusa hanno qualcosa in più della Reggina. Lo dice il campo, lo dice la classifica, anche se in Serie D si sono disputati appena sei turni. Lillo Foti, storico presidente della Reggina, ha inquadrato a Reggina Talk i motivi che attualmente vedono gli amaranto tristemente non all’altezza nemmeno di queste formazioni. Neppure quest’anno, dopo i 29 punti di distacco accumulati dal Trapani nella passata stagione.

La sconfitta di Siracusa è una mazzata per le ambizioni di promozione: “Ci possono essere spazi per raggiungere l’obiettivo. Dipende dalla volontà o dalle possibilità della società, di poter accedere a eventuali opportunità che si possono creare. Il Siracusa viene da un campionato, quello scorso, in cui ha lottato fino alla fine. Aveva una struttura di base e ha fatto degli innesti per migliorare. E c’è un entusiasmo che coinvolge tutti. Qua siamo penalizzati, negli ultimi anni, da una serie di risultati non pervenuti. Si sarebbe dovuto fare qualcosa in più per coinvolgere l’ambiente esterno”.

Reggio è una città che oggi fatica a sentire propria la Reggina: “La responsabilità non è di chi porta avanti questo progetto sportivo. La città ha vissuto anni di grande entusiasmo e grande partecipazione, dove c’era un ambiente coinvolto a 360 gradi. Scendere al Granillo, per gli altri club, significava trovare un ambiente abbastanza caldo. La politica? Ognuno ha le sue visioni. Lo sport è parte integrante di una realtà cittadina. I funerali non risolvono il problema: c’è il morto, si può piangere un attimo, poi si riparte. Il percorso sportivo, dagli anni di Oreste Granillo in poi, è stato un crescendo. Ma il ruolo principale lo ha svolto il pubblico: la Reggina gli apparteneva”.

Il monito di Foti all’attuale società: “Chi in questo momento è al comando, alla luce di una stagione 2023/24 che ha dato poco riscontro, deve valutare le cose con grande attenzione. Una nuova classe dirigente? Qualcosa si era avvertito, ma non c’è stato riscontro. Negli ultimi anni sono state più coinvolgenti persone come Gallo, venute da fuori. Bisogna capire che tipo di interesse c’è, e cosa si può fare per ridare slancio. Pergolizzi? Non mi esprimo, seguo solo il risultato e mi fa piacere quando lo ottiene. Ricordo il giorno in cui incontrai Costantino Rozzi a Roma, quando cedetti Pergolizzi all’Ascoli: un grande personaggio del passato”.

De Laurentiis e Lotito gli ultimi baluardi italiani come proprietari nel calcio: “Il calcio è cambiato, e noi forse non ci siamo adeguati. Manchiamo alla base. Non c’è molta formazione sui giovani. Forse mancano gli istruttori. Questa è una grossa lacuna. Il campionato dilettanti dovrebbe essere di formazione, come stanno cercando di fare Juventus, Atalanta e Milan con le seconde squadre. Manca un progetto. Non è una cosa che si risolve in due minuti. Le istituzioni devono focalizzare quei problemi, che si ripercuotono sulla Nazionale”.

Al presidente Foti abbiamo chiesto se, in futuro, si aspetta una proprietà straniera per la Reggina: “Ci vogliono fatti concreti e grande professionalità. Uno dei problemi è la mancanza di dirigenti a livello nazionale. L’ingresso di questi fondi stranieri, hanno distratto la base. Il problema principale è la formazione, servirebbero dei corsi per dirigenti per portare personalità di un certo respiro. Tutte cose alle quali non si è guardato con impegno. Non c’è un progetto di grande respiro. Ci sono molte diatribe, ognuno pensa ai fatti suoi. Ed il sistema ne soffre”.

Un ultimo commento sulla gara amarcord del prossimo giugno, organizzata da Operazione Nostalgia: “Sarebbe una cosa in grado di portare emozioni ed allegria”.

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