Un’osteria, pochi tavoli e un menù speciale di 12 portate difficili da digerire. Tra i primi piatti bollenti che non scaldano è possibile scegliere il piatto “Beni confiscati” che ha come ingredienti privatizzazione, vendita, regalo ai mafiosi; o “Liberi di corrompere” con ingredienti impunità, corruzione “solidamente” regolata, ancora sistemica e organizzata. Se vuoi scegliere solo un secondo puoi trovare bocconi duri da mandare giù come la “Legge bavaglio” con ingredienti particolari: divieto di informare, corto circuito dell’informazione, querele temerarie; o “Sovraffollamento delle carceri” con ingredienti: celle sovraffollate, la carenza di personale, la scarsità di attività educative e di reintegrazione. E per ultimo quei dessert dimenticati, ma essenziali come “Verità per le vittime innocenti delle mafie”, ingredienti: 80% dei familiari non conosce verità; e “Liberi di scegliere”, composto da nessuna tutela per chi vuole fuggire dai contesti mafiosi. Con un flash mob in Piazza Kennedy a Cosenza prende il via tappa calabrese di “Fame di verità e giustizia” un viaggio a 30 anni dalla nascita di Libera e della sua rete associativa, che attraverserà il Paese, da Nord a Sud e l’Europa con oltre decine tappe, per animare il dibattito pubblico con l’obiettivo di riscrivere l’agenda in tema di mafie e corruzione, con una funzione di advocacy rispetto alle istituzioni competenti. Una mobilitazione contro le mafie dei potenti e dei colletti bianchi con l’obiettivo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti partendo dai punti dell’agenda civile.
“In un Paese – dichiara Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera – dove lo spazio civico si restringe e la partecipazione viene scoraggiata, mafie e corruzione sono diventate un fatto “normale”, tollerato. In questi trent’anni, Libera ha dimostrato che c’è un’alternativa possibile. Costruendo, di tassello in tassello, un mosaico di impegno e liberazione dalle diverse forme di criminalità, che parte dall’impegno di ciascuno e richiama le istituzioni alle proprie responsabilità. Ci sono situazioni e momenti storici in cui stare immobili è una colpa, mentre muoversi è un obbligo morale e una responsabilità civile. “Fame di verità e giustizia” è il nostro grido per risvegliare l’impegno di quanti credono in un orizzonte libero da mafie e corruzione. È tempo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza del contrasto a mafiosi e corrotti. È tempo di scelte chiare e coraggiose: noi vogliamo fare la nostra parte”.
Le proposte
Riutilizzo dei beni confiscati, diritti per le vittime innocenti delle mafie, Libere di scegliere, contrasto alla corruzione, preoccupazione per il DL sicurezza e una giustizia diseguale, promozione dell’educazione come strumento di emancipazione dalle mafie, gioco d’azzardo, ambiente, libertà di informazione, un carcere che rieduchi, disarmare e non armare, contro l’attacco al dissenso, all’autonomia della magistratura e alla democrazia rappresentativa: sono i punti della piattaforma su cui Libera chiede scelte politiche concrete e strutturali, non proclami. Tra questi: norme più efficaci su confisca e riutilizzo sociale dei beni mafiosi; scrivere il diritto alla verità nella carta costituzionale; approvare una regolazione stringente delle situazioni di conflitto di interesse; una nuova strategia nazionale sulle aree a forte povertà educativa; approvare una legge quadro del settore del gioco d’azzardo; tutela e sostegno per chi denuncia e rompe con il crimine; politiche inclusive per chi vive in situazioni di marginalità; inserire nell’ordinamento la direttiva sulle querele temerarie.
Reati spia in Calabria
C’è un tentativo di smantellare leggi preziose per individuare quei “reati spia” della presenza mafiosa e, a fronte dell’aggravarsi della corruzione, assistiamo a un progressivo allentamento dei freni inibitori sul piano legislativo e dei controlli. Siamo davanti a una giustizia che da un lato mette in campo leggi rigorose nei confronti degli ultimi, dall’altro lato si presenta con le armi spuntate nei confronti della criminalità mafiosa e dei colletti bianchi. Libera ha elaborato i dati relativi ad alcuni reati spia (reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche), reati che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico. Nel 2024 il numero totale in Italia è di 322.071, pari a 822 reati al giorno, 34 ogni ora. Il 50,4% dei reati sono concentrati al Nord, il 28,1% al Sud comprese le isole e il 21,4 % al centro. Il dato complessivo dei reati spia in Calabria è di 7.843. In particolare, 358 estorsioni, 5 casi di usura, 36 di riciclaggio, 6.668 truffe e frodi informatiche, 776 delitti informatici.
A livello provinciale sul podio troviamo Reggio Calabria con 2582 reati spia, pari al 33% del totale regionale: 96 estorsioni, 2 di usura, 11 di riciclaggio, 2122 truffe e frodi informatiche, 351 delitti informatici. A seguire c’è la Provincia di Cosenza, con 2.256 reati spia, il 29% del totale regionale: 117 estorsioni, 11 riciclaggio, 1949 truffe e frodi informatiche, 179 delitti informatici. Al terzo posto Catanzaro con 1.620 reati spia pari al 21% del totale regionale con 83 estorsioni, un reato di usura, 5 riciclaggio, 1.404 truffe e frodi informatiche, 127 delitti informatici. Segue Vibo con 734 casi :26 estorsioni, 3 di riciclaggio, 629 truffe e frodi informatiche, 76 delitti informatici. Chiude Crotone con 639 reati spia con 35 estorsioni, 2 di usura, 4 riciclaggio di riciclaggio, 555 truffe e frodi informatiche, 43 delitti informatici.
Inoltre, secondo ultima relazione della Dia, nel 2024 risultano adottati 69 provvedimenti nei confronti di soggetti economici operanti prevalentemente nei settori agroalimentare, del commercio all’ingrosso di prodotti da forno e dolciumi, del commercio al dettaglio di carni, della coltivazione di frutti oleosi e agrumi, della produzione di prodotti di panetteria, dell’edilizia, della locazione immobiliare, del turismo e della ristorazione, dell’estrazione di ghiaia e argille, dei ricambi e delle manutenzioni, del noleggio di autovetture, del trasporto delle merci, delle prestazioni di servizi di custodia e deposito per conto terzi e dell’allevamento dei bovini, in relazione ai quali, approfonditi accertamenti espletati anche all’esito di pregresse inchieste giudiziarie, hanno consentito di rilevare elementi di contiguità con talune delle più pericolose consorterie ‘ndranghetiste.
Dopo Cosenza il viaggio di “Fame di verità e giustizia” proseguirà con altri tre appuntamenti a Reggio Calabria, sabato 14 giugno, ore 18.30, Corso Garibaldi, nei pressi del Teatro Cilea, con il tema di “Libere/i di scegliere: rafforzare gli strumenti di allontanamento, denuncia e testimonianza”; a Vibo Valentia, lunedì 16 giugno, ore 18.00, Corso Vittorio Emanuele III, nei pressi della Prefettura, sul punto della campagna “Verità e Giustizia per le vittime innocenti delle mafie”, ed infine a Lamezia Terme, nell’ambito di “Trame Festival”, giovedì 19 giugno, alle ore 16.30 a Palazzo Nicotera, nel centro storico della città.
“La campagna – afferma Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera in Calabria – arriva nella nostra regione in un momento nel quale, in alcuni territori, la ‘ndrangheta prova a rialzare la testa, vedi i recenti fatti di Cetraro. Queste iniziative devono essere utili per far conoscere, ulteriormente, che esiste una “Calabria altra” che non è rassegnata e indifferente. Come dimostrano le storie delle vittime innocenti calabresi, storie poco conosciute e valorizzate, che raccontano, non solo che un’altra Calabria è possibile, ma che un’altra Calabria è sempre esistita. Ma anche le storie di quelle donne calabresi che hanno osato sfidare quella sottocultura antiquata, retriva e patriarcale propria della ‘ndrangheta. Donne che, oggi, sono protagoniste di un nuovo fronte di contrasto alle mafie. Quelle calabresi – conclude Borrello – saranno tappe a forte impatto che devono portarci a riflettere sulle vere emergenze della nostra regione”.