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La Rivoluzione delle Seppie, dal 15 al 17 dicembre tre giornate ad Amantea e Belmonte Calabro dedicate a musica e territorio

Cosa significa fare musica in un piccolo paese della Calabria? Cosa è cambiato rispetto a quando non c’era Internet? Fare musica è prendere spazio, creare traendo ispirazione da ciò che accade nel mondo ma anche raccontare il proprio territorio. Nonostante il cambio di prospettiva avvenuto nell’ultimo ventennio con la presenza sempre più impattante di internet, ciò che accomuna passato e presente è la necessità di avere spazi dove incontrarsi, suonare, creare, esibirsi.

Da due anni La Rivoluzione delle Seppie, l’iper-collettivo formato da professionisti nomadi e creativi che dal 2016 ha trasformato il paese di Belmonte Calabro in un avamposto di utopia sociale, ha attivato proprio tra Belmonte e Amantea il Programma di Intervento del Servizio Civile Digitale, coordinato dal Centro Studi Futura, con l’obiettivo di lavorare sui temi di alfabetizzazione digitale e digitalizzazione del patrimonio culturale. All’interno del Seppie Lab di Via Genova ad Amantea, i giovani volontari del Servizio Civile hanno scelto da subito di focalizzare la loro ricerca proprio sul patrimonio musicale locale, in quanto strumento capace di raccontare il territorio attraverso punti di vista molto diversi ma soprattutto inter-generazionali.

Il primo progetto sviluppato all’interno del contenitore “DigiPaese” è così la realizzazione di una mediateca che ha come protagonisti artisti del circondario, tra Belmonte Calabro, Fiumefreddo, Longobardi e Amantea. Accedendo alla mediateca sarà possibile trovare musica, biografia ed informazioni legate al territorio, che includono generi musicali sia tradizionalmente locali, come tarantelle e cantautorato, sia fenomeni più contemporanei, come ad esempio reggae, indie e trap. Il lavoro svolto grazie al confronto con gli artisti, attraverso interviste e incontri al Seppie Lab, ha messo in luce molte differenze ma anche molte sorprendenti analogie tra i generi musicali e le generazioni, prima fra tutte la necessità di luoghi e momenti di aggregazione. La mediateca “DigiPaese” sarà resa fruibile, oltre che digitalmente, anche sugli schermi dell’Open Shop di via Dogana ad Amantea, locale che rappresenta un luogo di aggregazione e ritrovo per le nuove generazioni di giovani di Amantea.

La mediateca verrà presentata nella giornata di venerdì 15 dicembre, alle 19:00, presso la sede del Seppie Lab in Via Genova ad Amantea, con un talk dal tema “Convivialità e Ribellione – la musica nel territorio calabrese che vedrà l’intervento diElio Fortunato, artista e educatore, Enzo Ruffolo e Giovanni Vespucci, musicisti, dei giovani volontari del servizio civile, con la moderazione di Vito Meola, membro delle Seppie. Nella giornata di domenica 17 dicembre dalle 18:00 è in programma invece un evento open mic a cui tutti gli artisti locali sono invitati a partecipare, realizzato in collaborazione con YOLO, presso Piazza Mercato Nuovo a Belmonte Calabro.

Dalla raccolta di dati e informazioni poi alla pratica, da venerdì 15 dicembre si svolgerà presso il Seppie Lab il laboratorio Track Building Collettivo, guidato dal produttore musicale cosentino Stanislao Spike Costabile (già al lavoro con artisti come 99 Posse, Zulù, Madaski, etc.), con l’obiettivo di innescare un processo di costruzione collettiva di un brano con i partecipanti al workshop, per poi restituirlo proprio durante la serata evento di domenica 17 dicembre. L’accesso al laboratorio è gratuito e non prevede nessuna iscrizione, questi gli orari: venerdì 15.12, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00; sabato 16.12, dalle 11:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:00; domenica 17.12, dalle 11:00 alle 14:00.

L’idea è quella di creare un contesto eterogeneo tra i partecipanti, rendendo accessibile il laboratorio non solo a chi è interessato alla produzione musicale, ma anche a chi canta, scrive o suona uno strumento o a chi è semplicemente curioso di riscoprire i suoni del proprio paese. Il processo di creazione del brano partirà dalla campionatura di suoni del territorio e eventuali strumenti dei partecipanti, per poi passare all’editing del brano musicale e registrazione delle voci, arrivando così alla costruzione di un brano modellato sul territorio e i suoi paesaggi sonori.

Attraverso quindi modalità orizzontali di learning by doing, si giunge alla costruzione di un prodotto collettivo generato dalla diversità delle competenze e degli approcci, raccontandosi e raccontando il territorio.

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