“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari” - Antonio Gramsci
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L’attrice Annalisa Insardà a Caloveto con “Fierezza e vergogna”, antidoto all’oicofobia

Nella paura patologica della propria identità e della propria storia, nel rifiuto scientifico delle proprie tradizioni secolari e millenari e nella vergogna istintiva e latente per tutto ciò che può evocare una minima distintività rispetto al resto del mondo risiede anche l’abbandono prima materiale e fisico, poi concettuale e spirituale di quell’entroterra che ha rappresentato da sempre il cuore ed il motore di regioni e territori come la Calabria. È anche questa l’oicofobia, quella grave malattia sociale, culturale ed economica che, sicuramente dall’unificazione violenta e forzata dell’Italia, continua a costringere gli sconfitti meridionali, soprattutto i calabresi a non essere consapevoli e fieri di se stessi e della loro terra.

 

Condividendo e facendo propri l’impegno storico e gli obiettivi del provocatorio progetto socio-culturale ed artistico sul riconoscimento dell’oicofobia promosso dall’associazione europea Otto Torri sullo Jonio, la 6a edizione dell’iniziativa itinerante Chi resta in quel che resta, con la Festa Regionale dell’Entroterra in programma nel borgo storico di Caloveto per l’intera giornata di domenica 30 ottobre sarà impreziosita dall’interpretazione, alle ore 13, affacciata dal balcone del Municipio in piazza, dell’attrice Annalisa Insardà.

 

Figlia dell’entroterra calabrese, cresciuta per strada e con quelli che oggi definiamo gli smarriti giochi della memoria collettiva di un’intera generazione, ottimista di nascita, ironica per vocazione e dissacrante per necessità come lei stessa ama definirsi, attrice ed autrice, Insardà è icona e protagonista distintiva al teatro, al cinema ed in tv (da ultimo nella miniserie Doc – Nelle tue mani di Giacomo Martelli e prossimamente nella serie Le indagini di Lolita Lobosco 2 di Luca Miniero).

 

A lei, artista magnetica a tutto tondo ed al tempo stesso militante di impegno e responsabilità sociale per la prevenzione (che come spesso testimonia le ha letteralmente salvato la vita), Otto Torri sullo Jonio – spiega Lenin Montesanto, direttore dell’associazione – ha chiesto di condividere, ancora una volta come antidoto artistico all’oicofobia, il suo famoso e penetrante monologo Fierezza e Vergogna; un’autentica provocazione intellettuale e carnale nella quale la stessa persona, l’Attrice, quasi come morsa da un’inconscia tarantola, avverte intimamente e dichiara pubblicamente fierezza e vergogna per la propria terra, la propria identità, la propria storia e la propria gente, rendendosene conto e senza chiudere gli occhi.

 

Dopo l’originale perfomance del pittore andaluso Santiago Ydáñez e l’esposizione internazionale di questa estate curata da Maria Jesus Martinez Silvente (Università di Malaga) nella Fabbrica di Liquirizia Amarelli, un nuovo contributo alla destituzione dell’ovvio per Otto Torri sullo Jonio che sta continuando a dedicare il venticinquesimo anniversario (1997-2022) del suo riconosciuto impegno e metodo per la consapevolezza e per il governo dei marcatori identitari distintivi (MID) della Calabria, alla sensibilizzazione ed alla provocazione contro l’oicofobia strisciante ed imperante, dagli asili alle classi dirigenti di questa terra.

 

Promossa dall’Amministrazione Comunale di Caloveto, la Festa Regionale dell’Entroterra è organizzata in partnership Otto Torri sullo Jonio – Nostos Rete Euromed per i Turismi, in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore (IIS) E. Majorana di Corigliano-Rossano e con il patrocinio e sostegno della Regione Calabria.

 

Sarà – spiega il Sindaco Umberto Mazza – un’intera ed articolata giornata di iniziative diverse, tutte ispirate alla riappropriazione, intima e geografica, del nostro entroterra. Si partirà al mattino dall’invasione della Sila Greca con camminatori, biciclette e auto d’epoca. Si proseguirà con degustazione identitarie in piazza e nei frantoi per l’extravergine novello; con un’altra invasione pomeridiana nel borgo storico di Caloveto e col villaggio delle identità. Chiuderà l’evento un cineforum serale, con la proiezione del filmato storico (1974) di Pier Paolo Pasolini, dal titolo La forma della Città, al quale seguirà un talk show sulle prospettive del South working e della sovranità alimentare per l’entroterra calabrese e come antidoto all’oicofobia

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