“È difficile dire la verità, perché ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole” - Franz Kafka
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La “Divina Commedia” in scena dal 7 al 9 marzo a Catanzaro

L’unica tappa in Calabria  del tour 2024 del colossal originale La Divina Commedia Opera Musical sarà al Teatro Politeama di Catanzaro, dove andrà in scena dal 7 al 9 marzo con due spettacoli al giorni: matinée scolastico integrale alle ore 10:00 e serale alle ore 21:00.

A confermarlo è il promoter Ruggero Pegna, pronto alla sua 38° stagione di eventi in Calabria. L’eccezionale spettacolo farà parte del format “Opere d’Arte” ideato dal promoter, dedicato a grandi spettacoli basati su Opere letterarie, personaggi storici e dell’Arte.

“La Divina Commedia Opera Musical con le musiche di Marco Frisina e la regia di Andrea Ortis, prodotto dalla Mic Musical International Company – afferma Ruggero Pegna – è uno degli spettacoli più belli ed emozionanti. Si tratta di un’opera imponente, scenograficamente innovativa e altamente spettacolare, capace di immergere il pubblico nello straordinario viaggio dantesco, patrimonio della cultura italiana e mondiale!”

Confermato il rodatissimo e affiato cast: Antonello Angiolillo (Dante), Andrea Ortis (Virgilio), Myriam Somma (Beatrice), gipeto (Caronte, Ugolino, Cesare, San Bernardo), Valentina Gullace (Francesca, Matelda), Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne, Arnaut Daniel), Sofia Caselli (Pia de’ Tolomei, La Donna), Leonardo Di Minno (Ulisse, Catone, Guido Guinizzelli). Ricco il corpo di ballo con Mariacaterina Mambretti, Michela Tiero, Federica Montemurro, Alice Pagani,  Arianna Lenti, Danilo Calabrese, Raffaele Iorio, Raffaele Rizzo, Alessandro Trazzera, Fabio Cilento, Luca Ronci.

In questa incantevole Opera, Dante è protagonista di un duplice viaggio, fisico e spirituale, che attraverso i tre regni ultramondani, Inferno, Purgatorio Paradiso, diviene exemplum per l’umanità. Dante è in viaggio, su binari distinti e paralleli: da una parte cammina verso e dentro se stesso alla ricerca nostalgica del proprio esistere, dall’altra naviga tra le rovine della dannazione, le storture e le brutture del proprio limite, condotto tra vizi e ossessioni, perversioni e peccati. Lo spettacolo utilizza diversi linguaggi espressivi. Il Dante Viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della voce di se stesso, che nella magistrale interpretazione di Antonello Angiolillo si ricorda con tenerezza, quando a metà della propria esistenza, spinto da una forte depressione, trova nella scrittura una salvezza creativa e fertile. Lo smarrimento nella selva diventa evocazione di una memoria: pretesto fortunato e ispirazione per il capolavoro che viene “sfogliato” in scena, come un libro animato, attraverso la magia teatrale. Dante si muove in molteplici ambienti scenici, nei quali passa da coltri infuocate e sulfuree della Città di Dite a tempeste desolate e violente che colpiscono Francesca; da mari tempestosi e mortali, come quello di Ulisse a foreste pietrificate e mortifere, o a laghi ghiacciati, nei quali si trovano Pier delle Vigne prima ed Ugolino poi. Il viaggio non ha mai fine e il maestro Virgilio accompagna il poeta di Firenze, proteggendolo, incoraggiandolo, esortandolo nei momenti di maggior difficoltà. Gli ambienti che si susseguono si fanno sempre più tranquilli: boschi dai colori autunnali, come quelli di Pia dei Tolomei, o fiabeschi, come il giardino di Matelda. Infine, luminosi e celestiali, come quelli che attendono Dante in occasione dell’incontro con Beatrice.

La visionaria regia di Andrea Ortis dà allo spettacolo un potere avvolgente, di crescente tensione, fondendosi con i testi elaborati insieme a Gianmario Pagano e le possenti musiche orchestrali di Marco Frisina. Le scene mobili costruite sui disegni della produttrice esecutiva Lara Carissimi, incastonate nella scenografia di Gabriele Moreschi, portano il pubblico in un’atmosfera magica rafforzata da proiezioni immersive in 3D di ultima generazione e splendide coreografie acrobatiche di Massimiliano Volpini, nella cornice preziosa delle luci di Valerio Tiberi e delle proiezioni di Virginio Levrio.

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