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Futuro Reggina: la memoria corta di Fabrizio Bosman ed i regolamenti ad personam

di Paolo Ficara – La città di Reggio Calabria ormai non prende sonno, se prima non ha assistito ad almeno una trasmissione con Fabrizio Bosman in veste di ospite. Si tratta del professionista – che forse appare “grosso”, se guardato dalle parti dell’Etna – impegnato da oltre un anno nel ridurre a brandelli la propria reputazione. Coprendosi di ridicolo, in attesa che qualcuno concretizzi la promessa di inserirlo in organigramma.

Fin quando si decide di assecondare due soggetti come Saladini e Cardona, possiamo anche comprendere. Non giustificare. Così come non abbiamo giustificato tutte le occasioni in cui ci ha insolentito, in forma sia privata che pubblica, per spiegarci che la Reggina stava dipingendo la Gioconda; o che Saladini avrebbe fatto come Bosman, pur di far prevalere la legge dello Stato su quella dello sport.

Inutili da parte nostra, i tentativi di spiegargli – solo in privato, per rispetto della sua professione – che non c’era nessun contrasto tra le due leggi e che la Figc ci avrebbe massacrati. La giurisprudenza è stata fatta, ma in negativo: lo Stato ha dovuto cambiare in corsa una norma, proprio per l’utilizzo scorretto fattone dalla Reggina. Tante persone hanno perso il posto di lavoro dopo la mancata iscrizione, ma lui ancora si vanta.

Fabrizio Bosman non ricorda, o ancor peggio non accetta di aver portato avanti la linea che ha condotto la Reggina alla morte. Prima sportiva e poi aziendale. Ed oggi ritenta. Non difendendo un imprenditore che era comunque nell’orbita Berlusconi. Non spalleggiando le tesi di un ex prefetto. Ma portando avanti gli interessi del nulla cosmico, ossia la Fenice.

Se si limitasse a sproloquiare su tutti i canali del digitale terrestre, anche due volte al giorno, eviteremmo di dedicargli qualche pensiero. Il problema – grosso – è se porta determinate tesi astruse anche davanti a pubblici ufficiali, preposti a decidere le future sorti della Reggina con l’assegnazione del marchio.

Iniziamo dalla presunta tutela che, a suo dire, la nuova curatela della Reggina 1914, dovrebbe garantire affinché la Fenice diventi Reggina. Come fa a non ricordare che la curatela fallimentare della Reggina Calcio, dopo due stagioni consecutive di affitto del marchio alla Urbs, alla terza stagione lo affidò ad Antonio Girella? Che non aveva nemmeno una squadra di calcio, bensì di calcio a cinque. Memoria corta in misura inversamente proporzionale alla lunghezza della lingua.

Da quando in qua l’interesse del Tribunale è quello di favorire l’acquisizione della denominazione ad un soggetto in palesi difficoltà economiche, piuttosto che tutelare i creditori? E ancora stiamo lì a suggerire il fitto ed altre piroette per usurpare gratis – o quasi – il nome Reggina?

Passiamo subito alla corbelleria ancora più enorme, ossia la revoca dell’affiliazione. Chissà qual è il boia che sta battendo il piede sull’uscio della Figc, e che non vede l’ora di decapitare affiliazioni per fare comodo a lui ed ai regolamenti che si inventa di sana pianta. Chissà se basta ricordargli come la Reggina Calcio, dichiarata fallita a giugno 2016, si vide revocare l’affiliazione soltanto a febbraio 2018. Una distrazione della curatela, che fin lì aveva lavorato egregiamente, ma che non lesse una pec della Figc. Se poi ci furono pressioni da parte di chi bramava alle spalle, è una teoria – nostra – che tale rimane. Ma i fatti sono quelli, ed altri.

È un fatto che siano rimaste affiliate diverse società dichiarate fallite negli ultimi anni. Chievo, Perugia, Bari, Trapani, Salernitana, Catanzaro, Parma. E potremmo proseguire. Tutti club falliti, cui non è stata revocata l’affiliazione nemmeno a distanza di anni. Però a Reggio Calabria abbiamo un regolamento tutto nostro. E soprattutto abbiamo un docente come Fabrizio Bosman che vuole convincerci di come sia automatico il calcio nel sedere da parte della Figc, o il 30 giugno sera o il primo luglio mattina.

L’affiliazione verrà revocata solo se la curatela della Reggina 1914 srl ignorerà le norme. È come il portiere che prende gol da 40 metri: o sta dormendo, oppure è partito in netto ritardo. Giova riportare, e siamo già alla terza volta – repetita iuvant – la risposta fornitaci dall’avvocato Mattia Grassani, circa il tema della revoca dell’affiliazione da parte della Figc:

“Al termine di ogni stagione, la FIGC pubblica un elenco di società cui è stata revocata l’affiliazione ‘per inattività’, ovvero, appunto, per mancata partecipazione alle attività federali. Siffatto provvedimento, comunque, non interviene in tempi brevi: solitamente la FIGC attende almeno una-due stagioni e, preliminarmente all’adozione del provvedimento di revoca, informa la società interessata affinché possa attivarsi per evitare l’estromissione dall’ordinamento federale, ad esempio partecipando a campionati giovanili. Quanto sopra ovviamente a patto che non intervenga dichiarazione di liquidazione giudiziale”.

Essere tifosi della Reggina è ben diverso dall’essere tifosi di una “palla”. Specie se la “palla” in questione la si vuole raccontare a sé stessi, ancor prima che agli altri. Fabrizio Bosman sarebbe molto più credibile se risolvesse un dubbio a chi ancora ha l’ingenuità di invitarlo ed ascoltarlo: si esprime pro-Fenice dietro corrispettivo o gratis?

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