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“A Reggio gravi anomalie nella gestione della cosa pubblica, Comune blocca lo sviluppo della città”. La denuncia di un gruppo di imprese operante nel settore della ristorazione

Riceviamo e pubblichiamo da “Ciàputimufari!”*

La nostra è una città dalle tante meraviglie, tante sorprese. Ma con una storia ricorrente. “Grazie cumpari! …” “Dovere!” . Ed un’amministrazione che non finisce mai di stupire, in un crescendo dal tratto di rossiniana memoria. E chi conosce noi del gruppo “ciàputimufari” (e cu sunnu chisti? Chi vonnu? Cu sapi cu i manda?) sa bene che, la nostra espressione, questione di colore e di “appartenenza” non è. Negli anni, questo si, l’amaro stupore è stato destato dal comportamento di chi, come “appartenenza” si trincerava e si trincera dietro simboli ostentati anche in “mitici” e vittoriosi cortei: “Ohh ciau bedda” . Gli autori di quel testo, sconosciuti, non devono averla presa affatto bene. Eppure a ben guardare, fra questi e quelli, una certa affinità, un anello di congiunzione, c’è. Il testo originale, “Bella Ciao”, è stato pubblicato per la prima volta nel 1953 sul periodico di cultura popolare “La Lapa” … si, omonimo di quel mezzo che sovente viene utilizzato per trasportare materiale ferroso di scarso o nullo valore. La cui conduzione lo stesso mancato sindaco proposto dall’opposizione aveva cavallerescamente riconosciuto al sindaco eletto. Ma adesso che il titolare scalpita in panchina c’è il facente funzione. Chiddu è bravu, ma chidd’autru… . Cose fra galantuomini, comunque. Si certo, con noi del gruppo “ciàputimufari” il feeling è sicuro, quello non se ne va… . Anche se “cumpari” non ce lo siamo mai detto. Per ricordare ancora e brevemente qualche slancio ( o lancio?) di affetto ricordiamo l’acqua sui clienti del “Ciroma” – come a mimare l’uso di armi termiche di ancestrale memoria- e le “disinteressate” reiterate segnalazioni ed interventi da parte dell’assessore alla legalità (si, non siamo su scherzi a parte) finalizzati a porre fine alla musica diffusa nel locale. Nell’interesse della città e dei frequentatori del locale, certo. Ovviamente, come è noto, il fatto che parenti del canterino vittorioso (Ciau Bedda) abitassero sopra al “Ciroma” è solo una coincidenza. Un altro slancio di benevolenza, più remoto, c’è stato per il rilascio dell’autorizzazione, nel 2001 per il gazebo di “Birribasta” (allora “Agorà”). Basta pensare alla velocità con cui il Comandante della Polizia Municipale dell’epoca concesse l’autorizzazione, dopo poche ore. Infatti solo poche ore dopo che i Carabinieri, per iniziativa della Procura, si recavano presso il comando per avere lumi sul perchè non venisse rilasciata l’autorizzazione per “Birribasta”, nonostante i mesi trascorsi e la marea di documenti, mentre altre autorizzazioni venivano rilasciate con faciloneria ed in tempo reale. “Grazie cumpari ..”; “a disposizione”.

Storie vecchie, si. Quest’anno, a ben guardare, si è fatto di meglio. “Al Clubbino”, ad esempio, si è proceduto alla chiusura del locale per 5 giorni e si è sanzionato l’esercizio senza che ne ricorresse presupposto alcuno. Ahh si, è stata solo una svista, in buona fede. C’è stato chi ha insinuato che ciò sia avvenuto mentre a destra ed a manca l’amministrazione chiudeva e chiude un occhio e talvolta anche due … “Grazie cumpari”. Ovviamente non può ritenersi che le cose stiano così; al massimo potrà essersi distratto l’ufficio preposto, in buona fede certo, come asseriscono dai “piani alti”. Ed in effetti, pensandoci bene, quest’anno non è stato solo “Al Clubbino” a patire “disagi”. Prendiamo “Spaccanapoli” ( ovviamente è solo un caso che, come gli altri tre esercizi “favoriti” faccia parte del gruppo “Ciàputimufari”). Quest’anno al sindaco (“chidd’autru”) dà fastidio, dopo tanti anni che l’autorizzazione era stata concessa dalla “destra” e dalla “sinistra”, che nei 15 metri di Via delle Convertite ( piccolo tratto di strada di fronte Spaccanapoli che non serve in alcun modo a smaltire il traffico) venga installata, così ci ha detto, la pedana (necessaria in relazione alle condizioni del manto stradale per poter utilizzare i tavolini). Ovviamente non è credibile che la scelta del sindaco sia stata dettata da motivi personali, di parcheggio e/o di transito personale (seppur trattasi di sito attiguo a Palazzo San Giorgio), o peggio di contrapposizione per la vicenda “Al Clubbino”; quella del sindaco dovrà essere una scelta legata, seppur in maniera difficile da comprendere, all’interesse dei cittadini e (se solo ci fossero) dei turisti. Avevamo percepito però, attraverso le sue parole, la sua intenzione a concedere delle ZTL, in particolare per un locale da lui nominato nel corso di un incontro; per tale motivo avevamo presentato istanza, anche per “Spaccanapoli”, di autorizzazione per avere la ZTL per 5 ore, nella via Fata Morgana ( in cui è ubicato “Spaccanapoli”), in fascia oraria da non pregiudicare lo scorrimento del traffico. Ovviamente, come accade per qualunque normale amministrazione, se autorizzazione fosse stata data o negata, sarebbe stato così per tutte le analoghe richieste. Trapelava infatti proprio ieri (28 luglio) che, per tutti gli esercizi l’amministrazione, guidata da “chidd’autru”, aveva rigettato tutte le istanze tese ad ottenere le ZTL, anche a fasce orarie (quelle che in ogni città normale vengono concesse): ragazzi, se ne parla, in caso, l’anno prossimo. Strana decisione per una città (probabilmente l’unica in Italia) in cui paradossalmente si è scelto di concedere autorizzazioni ad installare manufatti sulle “strisce” destinate a parcheggio ( a ridosso delle carreggiate) che devono poi, quasi necessariamente sconfinare sui marciapiedi, inducendo così le imprese a scelte inappropriate. E come dimenticare la geniale intuizione di concedere la chiusura di metà Viale Matteotti, 24 ore su 24, gettando la città in un caos di traffico infernale? Alcune delle tante ingiurie, non certo fra le peggiori, regalate dall’amministrazione (“chiddu” in primis, i meriti vanno riconosciuti) alla città … “grazie cumpari”. Ovviamente, in tale contesto, è solo un caso che da lunedi scorso la strada del locale “nominato” (da “chidd’autru”) sia chiusa (lo ribadiamo, per caso) al traffico. E’ chiusa, perchè ci sono dei lavori di riparazione sul manto (enel? condotte idriche? qualcuno lo saprà…); è solo un caso che la riparazione richieda così tanto tempo, non si sa fino a quando, perchè “stanno aspettando il pezzo” (? Cu sapi quandu rriva, chi n’ci putimu fari… ). Come è solo un caso che il segnale di chiusura per i lavori in corso sia stato posto pochi metri prima del locale in questione, anche se l’imprecisato guasto è molti, tanti metri più avanti. Nessuna responsabilità dell’amministrazione in questo caso; sarebbe semplicemente ridicolo pensare che tutto questo possa essere stato organizzato per consentire al locale (e solo ad esso) di poter installare, h24, tavoli, sedie, piante ecc. . A proposito specifichiamo che, a scanso di equivoci, ben conoscendo i titolari (a cui sia ben chiaro queste righe non sono in alcun modo rivolte) ben sappiamo che non avrebbero avuto bisogno di favoritismo alcuno. E lo diciamo seriamente.

Certo è invece, che “qualche” ombra sull’amministrazione (chiddu e chidd’autru) ricade. Anche perchè, alle nostre legittime e più che motivate richieste di accesso agli atti avanzate al sindaco (ed agli uffici comunali), finora è stato risposto picche. Partiamo dal presupposto che non ci sia nulla da nascondere, pertanto questo atteggiamento risulta, quanto meno, anomalo, non vogliamo dire sospetto. Ma prima o poi, ne siamo certi, come è stato ai tempi dell’assessore alla legalità, le carte si scopriranno. Non ci resta che attendere.

Certo è anche che la gestione dei gazebo e delle ZTL sono poca cosa, sono solo l’emblema, uno dei tanti, di un baratro in cui si è sprofondati, di ben più grande portata, di cui, consiglieri di maggioranza ed opposizione, per il bene di una città allo stremo, dovrebbero prendere atto: meglio tardi che mai.

*gruppo di imprese operante nel settore della ristorazione a cui aderiscono anche gli esercizi “Al Clubbino”, “Spaccanapoli”, “Ciroma”, “Birribasta”, che denunciano “gravi anomalie nella gestione della cosa pubblica, che in questo caso riguardano l’esercizio Spaccanapoli che vogliamo richiamare, volendo evidenziare come esiste un modo di operare che blocca lo sviluppo della città, certo non solo nel settore di interesse”.

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