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Truffe a istituti bancari: condannato intermediatore finanziario titolare della società reggina “M3”. Stessa sentenza per moglie e figlia

Il titolare di una società di intermediazione finanziaria con sede a Reggio Calabria, la “M3”, Santo Alfonso Martorano, di 66 anni, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe ai danni di alcuni istituti bancari, La sentenza é stata emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Greta Iori. Condannate anche la moglie e la figlia di Martorano, Antonina Maesano, di 65 anni, e Carmen Miriam Martorano, di 34, che gestivano insieme a lui la società di intermediazione finanziaria, alle quali sono stati comminati, rispettivamente, 4 anni e 6 mesi e 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Sono stati assolti, invece, un altro figlio di Martorano, Lorenzo Antonio, di 31 anni; Francesco Malara, di 56 anni, ex direttore della filiale 2 di Reggio Calabria del Monte dei Paschi di Siena; Fortunata Mandica, di 46 anni, legale rappresentante della società “M3, e Francesco Araniti, di 49 anni, legale rappresentante della “Tutela Ambientale Srl”, società utilizzata da Martorano, secondo l’accusa, per mettere in atto le truffe. Secondo l’accusa, Martorano, avrebbe sfruttato apposite convenzioni sottoscritte con alcuni istituti bancari, e in particolare con Banca Antonveneta successivamente incorporata dal Monte dei Paschi di Siena, appropriandosi indebitamente, con artifizi e raggiri, di ingenti somme di denaro.

In particolare Martorano, secondo quanto è detto nel capo d’imputazione, “ha pianificato, organizzato e diretto operazioni economiche illecite finalizzate a conseguire l’ingiusto profitto rappresentato dall’inesecuzione fraudolenta degli obblighi previsti dal contratto”. Milioni di euro che sono stati reimpiegati, sempre a detta dell’accusa, “in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, gestite da imprese compiacenti o riconducibili alla stessa famiglia Martorano”.

L’intermediatore finanziario è stato anche condannato a risarcire i danni al Monte dei Paschi di Siena, costituitosi parte civile nel processo.

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