In un incontro pubblico tenutosi di recente a Rossano, il senatore di FdI, Ernesto Rapani, componente della Commissione Giustizia, assieme a parlamentari regionali del centro-destra, è tornato a parlare della possibile riapertura del Tribunale di Rossano. «Tutto procede secondo copione», riferiscono abbia dichiarato il senatore Rapani, aggiungendo poi che, riguardo ai finanziamenti già stanziati e ormai in via di attuazione per il Tribunale di Castrovillari, «in atto è uno studio di fattibilità al fine di verificare se sia necessario procedere ai lavori».
Sulla vicenda è intervenuto, come già nel recente passato, il Consigliere regionale Ferdinando Laghi, capogruppo di “De Magistris Presidente”. «Ancora una volta devo far rilevare -ha dichiarato Laghi- come i presidi di legalità sul territorio debbano sì essere potenziati, ma tutti insieme. Non certo con la logica dello “svestire un santo, per vestirne un altro”. Finanziare l’eventuale riapertura del Tribunale di Rossano, certamente cosa opportuna in sé, scippando un finanziamento al Tribunale di Castrovillari -per di più in fase di concreta finalizzazione-, vuol dire creare condizioni di lacerazione e di astio tra popolazioni vicine, tutte necessitanti, invece, di armonia e unità di intenti nel contrasto alla criminalità sul territorio. Tra l’altro non si tratta di cifre esorbitanti che certamente il senatore Rapani non avrà difficoltà a reperire altrove, senza cercare di “saccheggiare” fondi di prossimo e immediato utilizzo per il Tribunale di Castrovillari. Non è certo fomentando divisioni e rivalità che si può innalzare il livello di legalità dell’area nord-est della Calabria. Il nemico -la criminalità- è comune e comune deve essere il percorso per combatterla. I tornaconti elettorali dovrebbero essere messi da parte e, a tal proposito -conclude il Consigliere Laghi-, credo sarebbe certamente opportuno e necessario che, oltre alle Istituzioni locali, anche le forze politiche di centro-destra di Castrovillari e dell’area del Pollino, in primo luogo Fratelli d’Italia, facciano sentire forte e chiara la loro posizione su questa vicenda, senza subire supinamente diktat o cedere a fascinazioni politiche di sorta».