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Partono gli “Aiuti” di Agenda Urbana Cosenza-Rende: 4 milioni di euro per Cultura e Welfare. Il sindaco Caruso: “L’investimento più importante dai tempi del ‘Piano Urban’ di Giacomo Mancini”

di Roberta Mazzuca – Un soddisfacente investimento materiale e immateriale, contornato da una serie di aiuti alle attività sociali e di lavoro operanti nel Centro Storico di Cosenza. Questo, in sintesi, ciò che è stato presentato in mattinata durante una conferenza stampa convocata a Palazzo dei Bruzi per esporre alla cittadinanza i dettagli riguardanti le misure “Aiuti” del programma Agenda Urbana Cosenza-Rende. A rispondere alle domande di giornalisti e associazioni un ricco tavolo composto dagli assessori del Comune di Cosenza e di Rende con delega ad Agenda Urbana, rispettivamente Francesco Alimena e Lisa Sorrentino, dai dirigenti dei due Comuni, rispettivamente Antonella Rino e Francesco Azzato, dal project manager di Agenda Urbana Luigi Zinno, e dal Rup del Comune di Cosenza Giuseppe Martino. A presiedere l’incontro, ovviamente, anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso.

“La situazione difficile del nostro Comune lasciava pensare che questa attività non avrebbe mai visto la luce, era considerata come un’avventura” – prende subito la parola il primo cittadino. “Oggi parte l’investimento più importante che si possa ricordare dai tempi di ‘Urban’ di Giacomo Mancini. Un progetto che mette insieme due elementi fondamentali, ossia i due centri storici della città di Cosenza e Rende, ma che vede coinvolto anche il nostro presidio culturale più importante, che è l’Università della Calabria. Un progetto ambizioso, certo, che è una risposta a chiunque abbia pensato che in questo anno e due mesi stessimo pettinando le bambole”.

Gli investimenti e le realizzazioni dovranno essere completati entro il 21 dicembre 2023 e vedranno la creazione di 24 infrastrutture. Gli incentivi ad operatori della cultura e del welfare constano di un importo complessivo di 4 milioni di euro: due milioni per il welfare e altri due per la cultura. Agenda Urbana, in totale, prevede un investimento di 38 milioni di euro per il 2023. Nel 2024, 2025, e 2026 saranno poi realizzati nel Centro Storico di Cosenza interventi per 90 milioni di euro.

“Molti chiedono ‘cosa avete fatto? Avete riaperto via Roma, e poi?’” – prosegue Caruso polemizzando con quelli che definisce suoi detrattori. “Ecco, se tutto deve essere posto in termini di visibilità, oltre a via Roma e al Parco del Benessere non abbiamo fatto nulla. Ma in realtà abbiamo fatto un’operazione di chiarezza sui bilanci, poi Agenda Urbana, e il Cis. E in un’area così debole questi soldi sono pochi o sono tanti? Oggi facciamo una cosa fondamentale, gettiamo le basi per realizzare l’area vasta metropolitana”. Un progetto, dunque, che nelle parole di Caruso sancisce la nascita vera di quella città unica ormai da decenni millantata. “Un primo passo per la nascita della città unica, che non mortificherà nessun’area del nostro territorio e che porterà una serie di investimenti da parte della Regione e dello Stato che aiuterebbero a risolvere i problemi soprattutto del mio Comune”.

Le domande, il cui termine è fissato al 19 aprile, andranno presentate tramite PEC, indicando il tipo di progetto che si intende realizzare. Sarà anche attiva un’email dedicata a richieste, chiarimenti, e appuntamenti.

Gli interventi di una “chiamata alle arti”: 40.000 euro per la Cultura, dai 70.000 ai 200.000 per il Welfare

Ad esporre nel dettaglio gli “Aiuti” di Agenda Urbana il delegato al Centro Storico del Comune di Cosenza Francesco Alimena, che ribadisce ancora, così come fatto dal Sindaco, “la soddisfazione rispetto a chi pensava che non ce l’avremmo fatta. Noi che conosciamo le persone, il loro entusiasmo e la loro energia, sapevamo che avrebbero risposto a questa chiamata alle armi, anzi, alle arti. Questo finanziamento, innanzitutto, proviene dal POR, ed è sostanzialmente un intervento immateriale che si affianca a quello materiale sul Centro Storico e sul Welfare”.

Gli interventi, spiega il consigliere, sono organizzati secondo uno schema piramidale: un finanziamento di un massimo di 40.000 euro concedibile all’85% a fondo perduto, da concedere a tutte le associazioni culturali operanti nel Centro Storico, che consentirà sia l’acquisto di materiale e attrezzature, sia la possibilità di spesare personale e consulenze utili al progetto, e in generale ciò che concerne la realizzazione di eventi nel Centro Storico. Ci sarà la possibilità di ricollocarsi all’interno di uno dei tre hub culturali che saranno ristrutturati, ossia quello di San Gaetano, il Cinema Italia, e la Casa delle Culture, oppure in luoghi privati.

Un secondo finanziamento, poi, che varia dai 50 ai 70mila euro di massimo concedibile, fino al 100% di fondo perduto, e può raggiungere i 200mila euro se si presenta in forma associata, che concerne gli incentivi all’inclusione sociale in riferimento all’intera area urbana. Beneficiari sono tutti coloro già supportati dagli uffici del welfare, a cui possono aggiungersene ovviamente di nuovi. Saranno 6 le misure di intervento per 6 categorie sociali: famiglie in stato di povertà, persone con disabilità, soggetti fortemente discriminati, un progetto dedicato al diritto all’abitare degno, uno ai progetti sociali innovativi, e due progetti per l’emergenza abitativa.

“È per noi emozionante, perché non sapevamo se ci saremmo riusciti. Credo che, oltre ad essere una risposta, il nostro sia un chiedere da parte delle amministrazioni ai cittadini di passare dalle parole ai fatti. Ogni giorno, infatti, leggiamo post, articoli e considerazioni su quanto il Centro Storico sia abbandonato. Ma queste considerazioni provengono sempre da chi attraversa il ponte Mario Martire, fa una passeggiata lungo Corso Telesio, e poi torna a casa. Noi ci mettiamo i soldi, voi metteteci le idee. Chiediamo ai cosentini di aiutarci a ricostruire Cosenza Vecchia come è stato fatto secoli fa” – conclude Alimena.

Focus su Rende. La delegata Sorrentino: “Oggi si parla di sostanza, l’unione di due città parte dai servizi, non dalla carta”

A prendere la parola, poi, per esporre gli interventi e gli aiuti che riguardano il Comune di Rende, la delegata Lisa Sorrentino, che ribadisce l’entusiasmo uniformemente provato e condiviso, con una non tanto velata polemica rivolta alla stampa: “L’entusiasmo è tanto perché il progetto è ambizioso. Assume oggi una dimensione ancora più vasta, quella della sfida, che vorrei lanciare anche alla stampa presente, che molte volte contribuisce a costruire una narrazione di queste nostre terre senza speranza e senza futuro, così come di amministrazioni incapaci. I nostri enti sono attanagliati da problemi endemici, siamo sempre all’affanno, alla rincorsa di situazioni emergenziali”. E, ci si chiede, non è forse da attribuire alla politica e ai governi il perseverare di tali emergenze? Se poco di positivo c’è, molto spesso, da raccontare, è causa di chi lo racconta o di chi crea e mantiene un certo stato delle cose?

“È di sostanza che oggi si parla, – continua Sorrentino – perché l’unione fra le due città non si realizza sulla carta, ma partendo dai servizi, dalla cultura, dall’inclusione e dalle pari opportunità, e andando a riqualificare delle zone che per troppo tempo, in maniera errata, sono state ridotte ai margini”.

Di quali interventi, allora, si parla? Agenda Urbana prevede, sul territorio di Rende, la realizzazione del Parco inclusivo tramite l’unione del “Robinson” e del “Nicholas Green”, la realizzazione del centro sociale a Santo Stefano e del centro per l’autismo, e un nuovo sistema di illuminazione della città. Tra gli “Aiuti”, le attività educative per l’infanzia, e quelle sull’enogastronomia. La partecipazione dell’Unical, invece, riguarda prevalentemente le startup innovative nell’ambito della sostenibilità, e la possibilità che gli spin-off possano essere accolti negli hub del territorio.

Quale sorte attende la Biblioteca Civica?

Un punto sollevato da Gilda De Caro, presidente di “CivicaAmica”, è il destino da tempo estremamente incerto della Biblioteca Civica: “In tutto questo, in cui credo fortemente, che ne sarà della Biblioteca Civica?” – chiede nel corso della conferenza.

“Abbiamo stanziato 100.000 euro come soci della Biblioteca” – risponde il sindaco Caruso. Quello che ho tentato di fare è riportare un interesse non solo sul Centro Storico, che per me è il gioiello di famiglia insieme al MAB, ma sulla cultura in generale. La Biblioteca deve ritornare a vivere, abbiamo fatto questo sacrificio dopo ben vent’anni, e nominato anche i suoi membri, che sono il consigliere Francesco Alimena e l’assessore Maria Teresa De Marco. Pochi giorni fa ho nominato anche il revisore dei conti. Facciamo quello che dal punto di vista istituzionale possiamo fare. Noi ci siamo, per rilanciare l’Accademia, il Rendano, il Teatro Italia, la Casa delle Culture, quel mondo culturale che è la vita di questa città”.

“Si respira un’area diversa in questa città, – conclude – ci saranno anche le buche e il problema del decoro urbano, ma è una città diversa, entusiasta, capitale italiana del volontariato. Quello che potevamo fare onestamente l’abbiamo fatto”. Lascia, forse, un po’ di perplessità quest’ultima affermazione del primo cittadino. Immaginare un mondo culturale in fermento in una città priva dei servizi minimi essenziali, quali trasporti, decoro urbano, e sicurezza, appare un po’ irreale. Parlare di turismo culturale in una città sovrastata dai rifiuti, dai cattivi odori, dai ratti, da crateri che non permettono di spostarsi in sicurezza, e da continui cantieri che rendono invivibile il territorio, appare un po’ utopico. Davvero la cultura che si opera in una città può prescindere dai servizi che questa offre? Come può un turista raggiungere i luoghi della cultura senza mezzi adeguati per farlo? Come può un turista aver voglia di ammirare le bellezze del territorio, in mezzo a sacchi di spazzatura e ratti? Come si può pensare di unire due parchi nel “Parco inclusivo più grande d’Europa”, così come è stato definito, se già da soli sono malgestiti, diventando esempio massimo di degrado e incuria dell’intera città? Alcune domande sorgono spontanee, e il tempo darà le risposte. Che sia anche questo l’ennesimo cantiere “aperto” o meno, un primo passo positivo verso l’idea di una rinascita è stato finalmente compiuto.

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