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I chiarimenti dell’azienda ospedaliera “Dulbecco” di Catanzaro su episodio in patologia neonatale

La Direzione Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro interviene su quanto riportato nella cronaca regionale del Quotidiano del Sud – L’Altra voce nell’edizione di oggi, in riferimento alla segnalazione presentata in data 23 giugno 2025.

“Ci preme fornire alcuni chiarimenti in merito all’episodio verificatosi presso l’Ambulatorio di Patologia Neonatale della nostra Azienda ospedaliero-universitaria, al fine di restituire la corretta ricostruzione dei fatti e tutelare il personale coinvolto, la struttura e la qualità del servizio erogato.
Nel corso della mattinata del 23 giugno, il neonato, già seguito dai nostri professionisti, è stato condotto presso l’ambulatorio per l’esecuzione del test di rilevazione del riflesso rosso, procedura clinica prevista in età neonatale per la prevenzione di eventuali patologie oculari. L’esame, come noto, si effettua mediante osservazione diretta tramite oftalmoscopio e richiede che il neonato tenga gli occhi aperti in modo sufficiente per garantire l’attendibilità del referto.
Tuttavia, non essendo stato possibile completare l’esame in condizioni cliniche ottimali, è stata responsabilmente disposta la presa in carico specialistica presso il Servizio di Oculistica pediatrica, proponendo la valutazione nella stessa mattinata o, in alternativa, fissando una data ravvicinata per garantire l’approfondimento specialistico.
Con riferimento alle dichiarazioni attribuite al nostro personale medico, è opportuno precisare che il riferimento all’“etnia” non è stato in alcun modo espresso con finalità discriminatorie, ma unicamente come dato clinico rilevante, in quanto – come da letteratura e prassi – in alcuni soggetti il riflesso rosso può risultare fisiologicamente meno evidente in base alla pigmentazione. Questa informazione viene regolarmente considerata nel contesto della valutazione neonatologica.
In merito all’evoluzione del confronto verbale avvenuto in ambulatorio, si rileva che il tono del dialogo è degenerato a causa di espressioni inappropriate rivolte al nostro personale, come testimoniato anche da altre unità presenti sul posto. Comprendiamo il disorientamento di un genitore in un momento delicato, ma riteniamo altresì fondamentale richiamare tutti – pazienti e accompagnatori – al rispetto delle regole, delle persone e del contesto istituzionale in cui si trovano. La tutela della salute, soprattutto in ambito pediatrico e neonatale, è una responsabilità condivisa che non può prescindere dal rispetto reciproco.
Se vi è stata da parte nostra qualche modalità comunicativa non sufficientemente chiara, ne prendiamo atto e ci impegniamo a migliorare la relazione medico-paziente, in un’ottica costante di umanizzazione delle cure. Tuttavia, non possiamo accettare che venga messa in discussione la correttezza clinica e deontologica del personale sulla base di un fraintendimento o, peggio, di accuse gravi come quella di razzismo, del tutto infondate e lesive dell’onorabilità del personale sanitario coinvolto.
La nostra Azienda, in quanto istituzione pubblica, opera secondo principi di equità, trasparenza e universalità, offrendo assistenza a ogni paziente con professionalità e rigore, secondo protocolli condivisi a livello nazionale e internazionale. Confidiamo che quanto sopra chiarisca i fatti e permetta di ricondurre l’episodio alla sua reale portata, auspicando un dialogo sereno e costruttivo per il bene dei nostri pazienti e utenti”.

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