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Lamezia Terme: sequestrati oltre 33 Kg di accessori da fumo, 128 consolle con oltre 59.120 giochi piratati

Nel quadro dei servizi di controllo economico del territorio disposti dal Comando Provinciale di Catanzaro per contrastare l’abusivismo commerciale, il contrabbando e l’irregolare detenzione di apparecchi da intrattenimento e divertimento, cc.dd. “Videopoker”, le Fiamme Gialle lametine, in due diversi interventi, hanno denunciato due imprenditori.

In un primo blitz, i finanzieri della Compagnia Pronto Impiego hanno sequestrato 12.960 confezioni di accessori da fumo, per oltre 795.000 filtri e cartine per tabacco, in completa evasione della relativa imposta di consumo: l’accisa.

I Finanzieri, dopo una mirata attività, hanno individuato un deposito, apparentemente anonimo e non collegato ad alcuna attività commerciale, ove erano stipati oltre 33 Kg di accessori da fumo illecitamente detenuti e destinati alla vendita.

Nello stesso deposito sono stati rinvenuti e sequestrati oltre 3.100 blisters di colla “LOCTITE SUPER ATTAK”, 1.000 confezioni di giocattoli di noti personaggi di fantasia della MARVEL, tutti contraffatti, e 128 consolle con oltre 59.120 giochi eseguibili, cosiddetti “retrogame” piratati, in violazione della normativa in materia di Diritti d’autore.

L’imprenditore, un cittadino di nazionalità cinese, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria lametina per i reati di: “contrabbando” ex art. 291 bis, comma 1, del D.P.R. 43/73 (oltre alla segnalazione all’ADM per il recupero dell’imposta evasa), “contraffazione marchi” ex art. 474 C.P., “duplicazione, detenzione, vendita di copie di opere tutelate dal diritto d’autore” ex art. 171- ter L. 633/41 e “ricettazione” ex art. 648 C.P.

In un secondo intervento, presso un circolo privato, sono stati scoperti 6 “videopoker” non collegati alla rete telematica nazionale. In particolare, per eludere i controlli, grazie a dei telecomandi, le apparecchiature potevano modificare la schermata di gioco, presentandosi “regolari” a una verifica non approfondita.

Il titolare, un cittadino italiano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme per la violazione dell’art. 640, comma 2, del Codice Penale (“truffa a danno dello Stato o di altro ente pubblico”).

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