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Credito, First Cisl: “In regioni più povere come Calabria, Sicilia e Sardegna, maggior ricorso a prestiti per consumo”

Sono le regioni più povere quelle che ricorrono maggiormente al credito al consumo. E’ quanto emerge incrociando i dati sul livello di reddito medio annuale delle famiglie italiane con quelli relativi agli importi pro capite dei finanziamenti erogati.

Il quadro che se ne ricava, secondo l’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, non è uniforme su scala nazionale e conferma, anche su questo versante, le forti disuguaglianze economiche tra le regioni italiane. Al Sud i prestiti per il consumo pesano di più.

L’analisi evidenzia una correlazione, anche se non sempre lineare, tra reddito medio annuale su base regionale e importi erogati pro capite. Le regioni più ricche, quelle cioè con redditi più elevati, come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, presentano livelli di credito al consumo pro capite medio-alti, ma con un rapporto rispetto al reddito più contenuto, generalmente inferiore al 6% (contro una media nazionale del 6,9%). Diversa la situazione nel Mezzogiorno, dove si registrano redditi medi più bassi (compresi tra 32.000 e 35.000 euro annui) ma livelli di credito al consumo relativamente più elevati, con un rapporto tra credito al consumo e reddito superiore alla media nazionale.

È il caso di Calabria (9,7%), Sicilia (9,4%) e Sardegna (8,5%), dove il ricorso al credito al consumo sembra compensare la minore disponibilità di reddito delle famiglie. All’altro estremo si collocano le province autonome di Bolzano (2,8%) e Trento (4,3%).

Se si prende in considerazione l’ammontare di credito al consumo per abitante, il quadro mostra un numero rilevante di regioni con livelli nettamente superiori alla media nazionale (pari a 2.951 euro pro capite). Anche in questo caso le province autonome di Bolzano (1.350 euro circa pro capite) e Trento (1.985 euro circa), registrano valori sensibilmente inferiori alla media nazionale.

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