Anche quest’anno Legambiente nazionale ha preso parte al Festival “Trame – Libri sulle mafie” a Lamezia Terme (Cz). Nel corso del talk, moderato dalla giornalista Rai Viviana Spinella, il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, è intervenuto sul tema ecomafie insieme alla direttrice di Lavialibera, Elena Ciccarello, e al Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo.
Per l’occasione, l’associazione ambientalista ha presentato un’anteprima del Rapporto Ecomafia 2025, che sarà diffuso ufficialmente a Roma il prossimo 10 luglio. Focus dell’intervento è stato il ciclo illegale dei rifiuti nella regione calabrese. Secondo i dati preliminari la Calabria sale dal terzo al secondo posto nella classifica nazionale, con 1.137 reati accertati nel 2024 dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, in aumento del 37,3% rispetto al 2023, nonostante un calo dei controlli (-9,2%). Crescono anche le denunce (1.287, +40,8%), gli arresti (39, più che triplicati) e i sequestri (446, +30,8%). Catanzaro si posiziona come seconda provincia italiana per numero di reati (319), in netta crescita rispetto al 2023, quando occupava il diciottesimo posto. Nelle prime venti province italiane per illegalità nel ciclo dei rifiuti figurano anche Reggio Calabria (8° posto), Crotone (13°) e Cosenza (14°).
Il termine ecomafia è stato coniato da Legambiente per indicare le attività illegali delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che provocano danni all’ambiente. Dal 1994, il Rapporto Ecomafia, raccoglie, elabora e analizza ogni anno i risultati dell’attività di contrasto alla criminalità ambientale svolta da tutte le Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto. I reati vengono classificati per “filiere criminali”, che comprendono il ciclo del cemento, il ciclo dei rifiuti, i reati contro gli animali e quelli contro il patrimonio culturale.
“Le ecomafie – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono una grave minaccia per l’ambiente, la salute e l’economia sana, in Calabria e nel resto del Paese. La legge 68 sugli ecoreati, che siamo riusciti a far approvare dieci anni fa e che ha inserito i delitti ambientali nel Codice penale, sta funzionando molto bene. Ora però serve completare l’opera col recepimento da parte del Governo della nuova direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, approvata lo scorso anno, introducendo delitti ancora non previsti dal Codice penale, così come vanno inasprite le sanzioni per reati come la gestione illecita di rifiuti previsti oggi dal Testo unico dell’ambiente“. Nel corso dell’incontro Stefano Ciafani ha ricordato la figura del Capitano di fregata Natale De Grazia, punto di riferimento essenziale dell’indagine sul traffico di rifiuti tossici e radioattivi e sulle navi a perdere affondate nel Mediterraneo, scomparso prematuramente in condizioni misteriose nel dicembre 1995.
All’evento, organizzato in collaborazione con Legambiente e con la partecipazione del Comitato Uniti per il Golfo, era presente anche la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta: “I dati del nuovo Rapporto Ecomafia – afferma Parretta – confermano, purtroppo, la gravità crescente della questione rifiuti nella nostra regione. Non solo la Calabria è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi sempre più stringenti di raccolta differenziata e riciclaggio, fissati dall’Unione Europea, ma l’intero ciclo di gestione dei rifiuti, a partire da quelli di origine produttiva, continua a essere a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata e mafiosa, con conseguenze devastanti. È fondamentale che la Regione investa sempre più risorse, in personale, tecnologia e competenze, per le attività di controllo di Arpacal per prevenire i reati ambientali”.