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Caso Cospito, l’ex magistrato Lupacchini: “Saldatura con mafie? Su 41bis coincidono interessi, ma non ci sono prove”

“Non ci sono prove per poter dire che ci sia un accordo preventivo. Certamente lo scopo perseguito da Cospito all’interno del carcere e da chi all’esterno cadenza, con attentati e minacce di attentati, la propria protesta, potrebbe risolversi in un ‘vantaggio’ per cosa nostra, la camorra, la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata”.

Lo afferma all’Adnkronos Otello Lupacchini, ex magistrato che nella sua carriera si è occupato anche di terrorismo ‘rosso’, riguardo al caso Cospito e all’ipotesi che ci sia una saldatura tra le richieste dei terroristi e quelle della criminalità organizzata. “Per parlare di saldatura bisognerebbe averne le prove, ma dal punto di vista degli scopi perseguiti si potrebbe arrivare a una sorta di coincidenza dei fini – osserva Lupacchini – Se il 41bis viene eliminata come misura, il ‘vantaggio’ varrebbe tanto per il terrorismo quanto per la mafia.

Da un’attività di Cospito, che persegue l’eliminazione del 41bis per sé e per gli anarchici, finirebbe per avvantaggiarsene la mafia, ma ciò non significa che sia questa l’intenzione di Cospito o della mafia. C’è una coincidenza di interessi”.

“Affermare l’esistenza di questo rapporto è temerario”, continua Lupacchini secondo il quale tuttavia la situazione “mette lo Stato nelle condizioni di dover salvare la vita a Cospito, anche a costo di praticargli un trattamento sanitario obbligatorio perché è come se volesse protestare suicidandosi. E se si salva chi si impicca, bisogna salvare anche chi tenta il suicidio lentamente, non assumendo il cibo”.

“Nel caso di Cospito la modalità della sciopero della fame è violenta e va rifiutata”, conclude Lupacchini precisando che “per questo non bisogna cedere alle sue richieste, ma salvargli la vita e tutelare la sua salute”.

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